Il progetto, con la supervisione dell'Unione italiana vini e dell'Università di Milano, limitatamente all'impronta idrica, è iniziato un anno e mezzo fa e ha coinvolto cinque realtà toscane: due cantine e tre aziende (Cantina Vini di Maremma, Cantina Pitigliano, Castello di Albola, Rocca di Montemassi, Podere San Cristoforo).
Si tratta del primo progetto multi aziendale che in Italia ha intrapreso il percorso di certificazione di sostenibilità Equalitas.
L'obiettivo, ha detto Valentina Ellero di Uiv "era quello di sviluppare una nuova coscienza e fornire strumenti alle aziende per valutare e misurare il loro impatto e il loro impegno per quanto riguarda la sostenibilità economica, ambientale e sociale".
La certificazione Equalitas infatti coinvolge non solo le buone prassi in cantina e in campo ma anche il rapporto con il territorio e la sostenibilità sociale. La certificazione si raggiunge per step e si basa su dati oggettivi e misurabili: si va dagli indici di biodiversità del suolo e dell'acqua all'impronta carbonica all'impronta idrica, per passare alle buone pratiche di lavorazione che quindi riguardano di più la sostenibilità socio-ambientale fino alla sostenibilità socio-economica, che concerne quindi il controllo di gestione e il rapporto con i dipendenti.
Lo standard Equalitas comprende anche la trasparenza dei dati che quindi vanno resi disponibili agli stakeholder.
Le aziende coinvolte nel progetto SOS.T sono ormai arrivate all'ultima fase, quella che coinvolgerà enti terzi nella verifica del lavoro fatto fino ad oggi. Gli audit dovrebbero terminare in tempo per la prossima edizione di Vinitaly. "Ci auguriamo - ha continuato Valentina Ellero - che a queste prime cinque aziende se ne aggiungano altre. Per noi è un progetto pilota che speriamo faccia strada. La certificazione porta indubbi vantaggi in termini di consapevolezza ma anche di riduzione delle inefficienze aziendali oltre a un auspicabile vantaggio competitivo in termini di marketing".