L'iniziativa, promossa da Syngenta in collaborazione con Cifo e Plastic Puglia e lanciata lo scorso marzo, si poneva come fine quello di raggiungere 5.500 m3 di metano per ettaro prodotti da trinciato di mais, valore che corrisponde al 20% circa in più rispetto alla produzione media storicamente raggiunta nella zona del miranese, dove le prove hanno avuto luogo.
I relatori dell'evento. Da sinistra: Massimo Andreotti (Cifo), Ivan Furlanetto (azienda agricola Sant'Ilario), Francesco Scrano (Syngenta), Emiliano Colucci (Plastic Puglia), Onofrio Mevoli (Plastic Puglia)
Il ruolo di Syngenta è quello di coordinatore del progetto, che ha elaborato assieme ai partner un protocollo di produzione senza il quale non sarebbe in alcun modo stato possibile raggiungere i risultati sperati. Il piano operativo è basato sulle buone pratiche agronomiche: un'attenta preparazione del terreno, un'accurata scelta di sementi ed agrofarmaci ad elevato rendimento, un programma di nutrizione mirato e una gestione "chirurgica" della risorsa idrica.Questo è quanto affermato da Francesco Scrano, head of costumer marketing di Syngenta, che ha poi aggiunto: "Il vero segreto del successo è stato sviluppare ed applicare questo protocollo in totale simbiosi con l'azienda agricola Sant'Ilario che ha affiancato ai nostri tecnici la professionalità e le competenze di Ivan Furlanetto e di Efrem Destro, rispettivamente responsabile agronomico e gestore dell'azienda, oltre che di tutto il personale aziendale".
La prova si è svolta su un totale di 45 ettari così suddivisi: una prima tesi su trenta ettari coltivati con tecnica tradizionale e tre applicate ad altrettante parcelle prova da cinque ettari ciascuna, coltivate ognuna con densità di semina differenti e cure agronomiche mirate.
Le tre tesi parcellari più quella aziendale sono state svolte utilizzando la medesima varietà di mais, la Hydro di Syngenta, una cultivar di classe Fao 600 ad elevato potenziale produttivo che viene espresso al massimo negli ambienti più vocati. Nel periodo in cui era prevista la semina delle tre parcelle prova, le piogge cadute hanno fatto sì che la stessa "slittasse avanti" di circa 50 giorni rispetto ai trenta ettari seminati con tecnica tradizionale della tesi aziendale. Il mais è poi stato raccolto con soli tredici giorni di differenza ma è ovvio che la semina tardiva ha influito negativamente sul potenziale produttivo delle tre parcelle.
L'obiettivo dei 5.500 m3 di metano per ettaro è stato raggiunto in due tesi su tre, ed in particolare la terza tesi è risultata essere quella più redditizia. Quest'ultima prevedeva il maggior investimento di semina combinato con i maggiori apporti azotati (280 kg/ha in zona irrigua come da direttiva Nitrati).
Nonostante i costi iniziali fossero i più elevati, tale prova ha riportato i risultati migliori non solo in termini produttivi (in termini di metro cubo di metano per ettaro) ma anche in termini di redditività, con una maggior Plv e un utile superiore.