Nella sua relazione di apertura, Roberto Della Casa ha esposto, attraverso esempi reali, come sia possibile migliorare le vendite nei supermercati per mezzo di azioni niente affatto complicate o costose, sottolineando come il fatto che oggi il consumatore sia disincantato verso i brand più noti e si limiti ad acquistare soltanto lo stretto necessario, può rappresentare un cavallo di Troia sui mercati per chi – come il settore ortofrutticolo - non ha mai avuto grandi budget da spendere in pubblicità. La chiave, secondo Della Casa, sarebbe principalmente in un cambio di prospettiva dei produttori, che dovrebbero smettere di disinteressarsi dei loro prodotti non appena lasciano l’azienda e iniziare a guardare al punto vendita come parte integrante del loro business.
Nazario Battelli ha rivendicato alcuni dei risultati ottenuti dalla sua organizzazione nonostante il budget pari a zero di cui essa disponeva e il continuo susseguirsi di ministri al Mipaaf. Tra i traguardi raggiunti ha ricordato l'impulso alla nuova normativa sull'uso del cosiddetto "pastazzo" degli agrumi, la soluzione alla coesistenza tra Oi nazionali e Oi Pera territoriale, l'accordo interprofessionale kiwi 2013-2014, quello sui succhi da agrumi del 2014, l'intesa di filiera Uva da Tavola e una promozione istituzionale per pesche e nettarine nazionali ancora in via di definizione.
Una scossa ai presenti l’ha data Mario Guidi, quando ha dichiarato di sperare che la crisi duri ancora un po’ in quanto, secondo lui, l’Italia non è ancora pronta ad uscirne. “Il nostro Paese è come un malato convalescente sotto cura antibiotica. Se oggi la interrompesse a metà, il rischio di una ricaduta sarebbe ancora peggiore” ha spiegato, sottolineando come sia necessario che tutti lavorino per allineare gli interessi particolari a quelli generali, anche a costo di fare sacrifici. “Fino ad oggi abbiamo visto un Paese non all'altezza delle sue imprese agricole, penalizzate da visioni minimaliste – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Basti pensare che l'impianto della nuova Pac è stato praticamente deciso senza di noi".
Mario Guidi, presidente di Confagricoltura
Marco Salvi, presidente Fruitimprese, ha aperto il suo intervento esaminando i dati della bilancia commerciale ortofrutticola italiana rispetto all’anno precedente dai quali emerge nell’ambito di un saldo ancora sostanzialmente positivo, una generale crescita delle importazioni e decrescita delle esportazioni in termini di quantità, sostanzialmente compensata tuttavia dalla scala dei valori.
"Anche nel 2013 abbiamo contribuito a sostenere l'economia nazionale, garantendo occupazione e generando esportazioni. Se è vero però che siamo leader per talune produzioni, ciò non sempre coincide con una leadership di mercato" ha dichiarato Salvi nell’interpretare i dati, attribuendo questa difformità ai costi sostenuti dalle imprese,alla mancanza di armonizzazione fitosanitaria all'interno della stessa Ue e al mancato sfruttamento di risorse e strumenti già disponibili.
La necessità di un cambiamento radicale è stata riconosciuta anche dal viceministro Olivero. "Uno degli errori più clamorosi degli ultimi anni - ha sottolineato Olivero - è stato quello di non prendere in adeguata considerazione il settore agricolo. Prima di quella attuale, la parola 'agricoltura' è stata assente in almeno tre Leggi di Stabilità. E invece, in questi anni di crisi, l'unico settore ad aver tenuto si è dimostrato proprio quello agroalimentare."
Per risolvere la situazione l’attuale governo, stando alle parole del viceministro, ha messo in campo diversi progetti: discussione in materia di Pac, ottimizzazione del sistema dei controlli, iniziative per le nuove imprese, migliore accesso al credito, misure di sostegno concreto alle aziende che operano nella legalità, azioni per promuovere l'export e investimenti in ricerca e formazione.
Olivero ha chiuso il intervento parlando di Expo 2015. "Come vetrina dei nostri prodotti sarebbe solo una fiera lunga e costosa. Quello che deve comunicare è invece la strategia, la visione, lo slancio verso il futuro. Noi dobbiamo ragionare e discutere, interrogandoci su quale prospettiva italiana vogliamo presentare e diffondere nel mondo".