L'articolo 11 del disegno di legge che riforma il mercato del lavoro, generalizza l'utilizzo dei voucher in agricoltura a tutte le attività stagionali.  Circa un milione di lavoratori rischia di vedersi progressivamente pagato il salario non più con buste paga e retribuzioni contrattuali ma con voucher da riscuotere in posta dovendo rinunciare a retribuzioni, pensione e tutele assistenziali”.

Questa, spiegata in sintesi dal segretario generale Uila, Stefano Mantegazza in un'intervista ad Agronotizie, la ragione principale che ha spinto mercoledì 9 maggio oltre tremila lavoratori agricoli di Lazio ed Emilia Romagna a scendere in piazza Santissimi Apostoli a Roma per uno sciopero generale di otto ore promosso da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila. La protesta ha proseguito le inizative di lotta iniziate lo scorso 27 aprile

A ciò – ha aggiunto Mantegazza - va sommato un altro tema altrettanto delicato. Il trattamento di disoccupazione o mini-Aspi affrontatonel nuovo disegno di legge, dagli articoli 24 e 28 e che  va a sostituire l'indennità di disoccupazione con i requisiti ridotti riguardante ogni anno cinquecentomila lavoratori stagionali delle grandi aziende alimentari. Anche in questo caso, il nuovo trattamento proposto dal disegno legge è peggiorativo e riduce l'indennità di disoccupazione e i contributi ai fini pensionistici prefigurando in qualche caso, l'impossibilità di conseguimento della pensione stessa”.

 

In tutta questa situazione a subire il maggiore danno sarebbero le donne, per quale ragione?
Innanzitutto verrebbe persa la tutela alla maternità. Inoltre, nei lavori stagionali la componente femminile è estremamente elevata; in alcune lavorazioni si arriva anche al cinquanta per cento. Ancora una volta si andrebbero a danneggiare pesantemente le categorie più deboli: i giovani, i precari, le donne e gli immigrati”.

Nella giornata di oggi era previsto un incontro con il ministro Fornero?
No, abbiamo avuto un confronto con la commissione lavoro del Senato che sta approvando la discussione sul disegno di legge e uno con la commissione agricoltura del Senato”.

Quali le richieste?
Evidentemente, abbiamo scioperato contro questa scelta e questa grande iniquità. Alle commissioni abbiamo sottoposto la necessità di modificare l'articolo 11 del disegno di legge eliminando completamente l'impiego dei voucher per il settore agricolo e gli articoli 24 e 28 per un ripristino dei diritti attuali per il trattamento di disoccupazione.
Queste le richieste, poi vedremo quali saranno le decisioni.
Pensiamo, in ogni caso, che un governo possa chiedere tagli e risparmi ma farlo sulle tutele delle persone che perdono il lavoro, è una scelta che non possiamo accettare”.

Quali sono state le reazioni delle due commissioni?
La Commissione Lavoro ha ufficialmente preso atto delle nostre richieste, indicazioni e preoccupazioni senza però far trasparire alcuna valutazione preliminare; giusto qualche promessa non ufficiale.
La Commissione Agricoltura ha per l'ennesima volta sottolineato di condividere le richieste confermando la volontà dei senatori di seguire con particolare attenzione il dibattito; anche quello che ci sarà in commissione lavoro per sostenere le nostre proposte di emendamento".

Quindi, da parte della commissione agricoltura sono giunte solidarietà e una sorta di promessa di attivazione concreta.
Esatto, un'attivazione direi aggiuntiva a quello che hanno già fatto presentando più emendamenti in questo senso”.

Perché scindere lo sciopero in due giornate, quella del 27 e oggi?
Abbiamo voluto in qualche misura dosare le forze collocando una parte delle iniziative nel momento della discussione e del confronto in commissione lavoro del Senato che ci sembrava un fase importante in cui essere presenti in forze”.

Quali i prossimi passi?
Venerdì 11 maggio nel pomeriggio è stata fissata una segreteria unitaria di Cgil Cisl e Uila. Durante l'incontro alla luce di quanto succederà tra domani e venerdì mattina, decideremo come muoverci. Per il momento la situazione è ancora sospesa; la manifestazione è stata un grande successo, ora alle parole e a qualche promessa ufficiosa ricevuta devono seguire i fatti”.