Cento mila lavoratori agricoli in piazza per lo sciopero generale di otto ore indetto il 27 aprile da Flai-Cgil e Uila-Uil per dire 'no' all'estensione dell'utilizzo dei voucher prevista dall'articolo 11 della riforma del lavoro. L'occasione è servita anche per ricordare, in anticipo di pochi giorni sulla festa del primo maggio, il momento difficile che stanno attraversando i lavoratori agricoli e forestali.
Lo sciopero generale ha interessato l'intero stivale portando in piazza operai e lavoratori dei comparti agricolo, dell'industria alimentare, delle associazioni allevatori, dei consorzi di bonifica, del Corpo forestale dello stato e di Agecontrol.

 

Da nord a sud, le ragioni della protesta

Le richieste comuni rivendicate nelle manifestazioni di protesta in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia per arrivare al Veneto e alla Lombardia, sono riassumibili nella richiesta di non destrutturare ulteriormente un settore già gravemente interessato da precariato, lavoro nero e caporalato.
Nello specifico, la giornata del ventisette ha posto l'accento sui voucher agricoli destinati a studenti e pensionati ma che la riforma, in discussione al Senato, vorrebbe estendere a tutti i lavoratori agricoli, e sulla difficile situazione dei forestali che in Campania e Calabria non ricevono lo stipendio da un anno.

A ciò si è aggiunta la richiesta di riduzione della pressione fiscale e una maggiore contrattazione e programmazione.

Al governo centrale – ha chiarito il segretario generale Fai-Cisl Augusto Cianfoni -, chiediamo il risanamento della finanza pubblica e della legislazione fiscale con una distribuzione dei sacrifici proporzionata alle possibilità di ciascun cittadino; all'Europa – ha proseguito – chiediamo un sostegno alla ripresa economica che favorisca il responsabile concorso di istituzioni, governi, imprese e lavoratori per arrivare ad un patto di solidarietà tra le attuali e le future generazioni”. 

Riferendosi quindi ai vaucher Cianfoni ha voluto sottolineare come essi rappresentino un'opportunità che se non governata diventerebbe uno “strumento legale di lavoro illegale”.

Se la norma dovesse passare – ha spiegato Stefano Mantegazza, segretario generale Uila -, e diventasse possibile pagare tutti i lavoratori agricoli stagionali con il vaucher, il risultato sarebbe la cancellazione dei diritti fondamentali dei lavoratori tra cui i contratti, la maternità e la pensione”.

 

Sostegno politico

Ad appoggiare le proteste il capogruppo in commissione agricoltura per il Pd Nicodemio Oliverio che, auspicando un ripensamento del Governo, definisce la battaglia “sacrosanta e da sostenere fino in fondo” e Loredana De Pretis, responsabile nazionale agricoltura di Sel, che ha preannunciato la presentazione in tutti i consigli regionali di un disegno di legge contro il lavoro nero e il caporalato.

Le proteste dunque, non si arrestano e anche le regioni che in questa occasione non vi hanno attivamente preso parte, fanno sapere di essere pronte a scendere in piazza se nell'esame parlamentare del disegno di legge non dovessero essere accolte le controproposte giunte dal comparto agroalimentare.