Dal 3 marzo, in cui venne approvato il decreto legislativo volto a recepire la direttiva europea 2009/28, sono passati oltre cinquanta giorni.
La scadenza del 30 aprile si avvicina ma, per quanto riguarda la definizione del Quarto Conto Energia, si registra un nulla di fatto. O quasi.

Era attesa per il 20 aprile la definizione del testo ufficiale del decreto attuativo sulle rinnovabili, ma l'esame della bozza del Quarto Conto Energia da parte della Conferenza Stato Regioni è solo iniziato e la risoluzione definitiva ha subito uno slittamento al 28 aprile, cioè oggi.

La dead line per imboccare una strada comune sulla bozza è il 30 aprile, oltre questa data scadrebbero i termini della delega concessa dal Decreto Romani con conseguente ulteriore allungamento dei tempi di pubblicazione. Va considerato, inoltre, che già a far data dal 31 maggio prossimo, scadranno le tariffe incentivanti oggi in vigore per il fotovoltaico.

Il rinvio di una settimana sarebbe stato richiesto, spiega Vasco Errani presidente della Conferenza delle Regioni, a causa di alcune criticità che avrebbero impedito di raggiungere un'intesa. Come ha dichiarato l'Assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, "non ci è stato dato modo di poter discutere un decreto di cui non condividiamo alcune parti". 

Spero che il rinvio chiesto dalle Regioni sia legato a una necessità di approfondimento”, ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Soglia, commentando il rinvio della Conferenza Stato Regioni. “Lo concediamo” ha proseguito, “perché le Regioni sono un architrave fondamentale ma non può essere una dilazione visto che, anche a causa nostra, gli investimenti sono rallentati e devono ripartire”. Ciononostante, ha ammonito Soglia, “se la posizione delle Regioni sarà volta a salvare tutto l'esistente, noi non la condivideremo”.

Tra le stesse Regioni sembra non esserci omogeneità di vedute circa la posizione da prendere: Lazio, Sicilia, Piemonte e Lombardia firmerebbero la bozza proposta dal Governo; Toscana, Umbria ed Emilia Romagna sarebbero più sul piede di guerra. La Puglia ha già annunciato che proporrà alcuni emendamenti per sopprimere i limiti di potenza del fotovoltaico sui tetti e perché si arrivi al tanto chiacchierato modello tedesco, cioè tariffe decrescenti all’aumentare dei MW installati, entro il 2012 e non nel 2013 eliminando così il periodo transitorio previsto dal Governo.

"Dal 1° gennaio 2013” ha proseguito Soglia “avremo il modello tedesco. Ora abbiamo il triplo degli incentivi che ci sono in Germania, considerato il grado di insolazione che c'è nel nostro Paese, ma anche quando introdurremo questo modello avremo sempre incentivi più alti di quelli che ci sono in Germania”. In ogni caso, dal 2017, anno in cui dovrebbe essere raggiunta la grid parity ovvero il fotovoltaico residenziale e per autoconsumo soprattutto, saranno in grado di produrre energia a prezzi di mercato, non ci saranno più incentivi.

Critiche ma anche proposte dall'Anci, Associazione nazionale comuni italiani, che richiede chiarezza per il mercato delle rinnovabili da qui al 2016 passando per un procedimento più partecipato che vada a coniugare le esigenze delle imprese, del territorio e del sistema complessivamente inteso, a partire dai cittadini. Tra le proposte, quella di una riduzione delle tariffe che non superi il 10% per il 2011 e il 20% per il 2012; una proroga, almeno al 2012, per il Registro per i grandi impianti di nuova istituzione.

Perplessità per il decreto sulle rinnovabili anche dall'Unione europea che, per voce del Commissario per l'Energia, invita il Governo a definire un provvedimento che attui la Direttiva europea in modo stabile e prevedibile per il mercato, privo di misure che possano ripercuotersi sugli investimenti già effettuati.

Resta di fatto che, in attesa delle decisioni finali, i ritardi accumulati stanno tenendo in scacco un intero sistema di aziende e lavoratori del settore rinnovabili.