Il Decreto rinnovabili diventa legge. Pubblicato in Gazzetta ufficiale è entrato in vigore il 29 marzo 2011.
E i tanto discussi incentivi? E' in arrivo il modello tedesco di flessibilità annuale: “entro la prima decade di aprile vedrà la luce il decreto sulle fonti rinnovabili” assicura il ministro dell'Ambiente, Prestigiacomo.
Approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 3 marzo, il Decreto Legislativo sulle energie rinnovabili firmato, non senza riserve, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 7 marzo scorso, ora è legge e la sua pubblicazione è avvenuta in Gazzetta Ufficiale n° 71 del 28 marzo 2011.

Il Decreto Legislativo (n°28 del 3 marzo 2011), entrato in vigore il 29 marzo scorso, attua la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE'.

Come si legge all'articolo 1, il decreto 'definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020 in materia di quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e di quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti'.

Come definito all'articolo 2 del decreto, si intende per 'energia da fonti rinnovabili' quella proveniente da 'fonti non fossili, quali eolico, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica ma anche oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas'. Il decreto inoltre, 'detta norme relative ai trasferimenti statistici tra gli Stati membri, ai progetti comuni tra gli Stati membri e con i Paesi terzi, alle garanzie di origine, alle procedure amministrative, all'informazione e alla formazione nonché all'accesso alla rete elettrica per l'energia da fonti rinnovabili e fissa criteri di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi'.
Come precedentemente accennato, l'iter di questo decreto non è stato proprio tra i più fluidi.

Fin dalla sua approvazione in Consiglio dei ministri ha scatenato una vera pioggia di polemiche e contestazioni, più o meno da parte di tutto il comparto interessato. Criticati diversi aspetti toccati dal decreto tra cui, in primis, la revisione del sistema di incentivi.
Anche la firma da parte del Presidente Napolitano ha richiesto parecchie riflessioni ed è giunta solo dopo attente analisi volte ad accertarne la costituzionalità. La richiesta di respingimento fatta al Presidente da più parti, rivendicava infatti violazioni costituzionali imputabili all'abbattimento in corso d'opera degli incentivi e, soprattutto, all'anticipo dei termini previsti dalla vecchia disciplina per certificare l'entrata in funzione degli impianti da sovvenzionare con il precedente sistema. Il documento, infine siglato da Napolitano, ha portato con sé le riserve della presidenza della repubblica accompagnate dall'indicazione e dall'invito ad aggiustare e correggere, con i decreti attuativi che il Governo dovrà varare entro fine aprile, il documento che in ogni caso recepisce un'importante direttiva europea.

A proposito del lavoro di Governo, stando a quanto affermato dal ministro dell'Ambiente Prestigiacomo lo scorso 28 marzo durante un incontro alla Regione Lombardia, le consultazioni sarebbero state tutte concluse durante la scorsa settimana.

“Oggi” ha dichiarato il ministro, “c'è l'ultimo incontro tecnico con la conferenza Stato Regioni. Credo che entro la prima decade di aprile” ha proseguito il Ministro “finiremo il lavoro ed emaneremo il decreto ministeriale che dovrà rispettare quanto votato all'unanimità alla Camera e al Senato. Vanno salvaguardati” dichiara Prestigiacomo, “gli investimenti in corso e quindi là dove si parla di impianti in esercizio si dovranno intendere gli impianti posati e non solo allacciati alla rete”.
Stando alle parole del ministro, nei sei mesi successivi all'emanazione del Decreto verrà applicata una lieve riduzione degli incentivi in modo da non penalizzare né gli investimenti in corso e nemmeno quelli programmati quando ancora era in vigore il vecchio regime di aiuti la cui dead line è fissata per fine maggio.

“Dal 2012” ha quindi spiegato il ministro, “verrà fissato uno scalone sugli incentivi che non prevederà un tetto basato sui megawatt annuali ma uno complessivo in milioni di euro e che resterà in vigore fino alla fine degli incentivi. Mai come ora” ha concluso Prestigiacoo, “il Governo intende sostenere le fonti rinnovabili adeguando gli incentivi nazionali, fino ad oggi sovradimensionati, alla media europea evitando speculazioni ma valorizzando la filiera senza che fondi stranieri approfittino di un incentivo nazionale alto. Si tratta” ha spiegato ''del modello tedesco di flessibilità annuale, richiesto da tutti gli operatori”.