Due i provvedimenti firmati dal ministero delle Politiche agricole di concerto con quello dell'Economia e delle finanze. Intervenendo sul capitale delle aziende agricole con una manovra di "ingegneria finanziaria" come l'ha definita, il ministro Galan si ripropone di facilitarne l'accesso al credito.
Il primo provvedimento che consiste in un Fondo di capitale di rischio, pesca in una legge del 2002 (n 289 del 27 dicembre 2002 'Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2003) in cui all'articolo 66 comma 3, si legge che per gli anni dal 2003 al 2005, al fine di facilitare l'accesso al mercato dei capitali da parte delle imprese agricole e agroalimentari, in conformità agli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato, è istituito un regime di aiuti il cui ammontare annuo è di 5 milioni di euro.
L'istituzione del Fondo che ha come obiettivi la promozione di interventi di capitalizzazione delle imprese per favorire la ripresa degli investimenti nel settore e il coinvolgimento di capitali privati rappresenta, come spiega il ministro, una risposta alla situazione di crisi in cui versano le imprese agricole.
Le tipologie di investimenti previste dal fondo sono di natura diretta e indiretta.
Sono dirette le assunzioni di partecipazione minoritarie e i prestiti partecipativi che prevedono operazioni finanziarie per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro annui per impresa. Nelle prime, la partecipazione diretta del Fondo al capitale sociale delle imprese beneficiarie si concretizza nella sottoscrizione di nuove quote o azioni del capitale sociale delle imprese; per quanto riguarda il prestito partecipativo, l'erogazione del Fondo avviene in un'unica soluzione rimborsabile in rate semestrali ed ha durata di sette anni, di cui due di preammortamento.
Per quanto riguarda la tipologia di operazioni indiretta, sono previste acquisizioni di quote di partecipazione minoritarie di altri fondi privati che investono nel capitale di rischio delle imprese.
Questo tipo di operazione finanziaria è pensata per quei casi in cui si renda necessario un prestito a credito garantito dallo Stato per affrontare spese quali ad esempio l'acquisto di macchinari o attrezzature.
“E' un provvedimento fondamentale per l’agricoltura italiana” spiega Galan, “che aiuterà il settore nella risposta alla crisi economica, anche se, da anni, l’agricoltura non conosceva un periodo positivo come quello attuale”. Come spiega il rappresentante del Mipaaf, "con il decreto abbiamo esteso le garanzie Ismea ai finanziamenti a breve termine a favore degli agricoltori. Il decreto prevede la garanzia dello Stato anche per le transazioni commerciali”.
Il nuovo decreto garanzie allarga la possibilità d'intervento anche al comparto del credito all'agricoltura di durata fino a diciotto mesi per importi che dovrebbero aggirarsi attorno a 2,5 miliardi di euro all’anno. Ovvero, spiegano, viene raddoppiato il bacino delle operazioni di credito che potenzialmente possono essere garantite a prima richiesta dall’Ismea .
Il secondo intervento previsto nel decreto di 'garanzie estese alle operazioni di breve termine', amplia le obbligazioni garantibili includendo anche quelle non caratterizzate da un sottostante rapporto bancario.
“L’attuale impostazione normativa” si legge nel comunicato del Mipaaf, “prevede che la garanzia possa essere rilasciata a fronte di esposizioni bancarie, intervenendo pertanto nel classico rapporto che si instaura tra impresa e banca nella ordinaria relazione di credito”.
Con la misura prevista nel decreto garanzie, diventa possibile richiedere la garanzia anche a fronte di obbligazioni che sorgono non solo per effetto di un contratto di finanziamento ma anche per una semplice transazione commerciale. Il soggetto garantito, spiegano dal Ministero, rimane l’imprenditore agricolo ma il beneficiario della garanzia non è più la banca ma il fornitore del prodotto che potrà invocare il pagamento della garanzia in caso di mancato pagamento della fattura da parte dell’impresa agricola acquirente.