Glufosinate
Tutto come previsto. Il primo articolo della serie “bollettino di guerra” aveva segnalato che cosa sarebbe successo agli erbicidi contenenti il glufosinate, sostanza attiva non rinnovata per via dell'impossibilità di rispettare i rigidissimi parametri tossicologici e ambientali introdotti dal regolamento 1107/2009.La facile profezia si è avverata: il ministero della Salute ha revocato, con decorrenza 1° agosto 2018, i prodotti fitosanitari a base di glufosinate, concedendo 6 mesi (quindi sino al 31 gennaio 2019) per la vendita delle scorte e 12 mesi (quindi sino al 31 luglio 2019) per il loro utilizzo in campo.
Ricordiamo che già nel 2010 le autorità italiane avevano sospeso le autorizzazioni dei prodotti a base di glufosinate per via della loro classificazione tossicologica, alla base del recente mancato rinnovo, provvedimento che era poi rientrato nel 2012, con la ri-registrazione dei formulati secondo i principi uniformi della direttiva 91/414, che basava i propri criteri di approvazione sul rischio e non sul pericolo, non come l’attuale regolamento, che è risultato fatale a questa e a molte altre sostanze attive.
Glifosate: ma non era l’Europa quella “cattiva”?
Le disavventure del celebre e/o famigerato erbicida, a seconda dei punti di vista, non sono certo andate in vacanza: alla notizia del risarcimento “monstre” di 289 milioni di dollari (di cui 250 a titolo punitivo – pratica non ammessa nei paesi europei) che un tribunale californiano ha comminato alla Monsanto in seguito alla denuncia di un giardiniere che ha contratto il cancro dopo aver utilizzato ed essersi esposto per anni al glifosate, fa eco la decisione di un tribunale brasiliano che ha chiesto la revoca dell’erbicida in tutto lo Stato carioca per via della ormai famosissima classificazione attribuita dallo Iarc in merito alla sua cancerogenicità.Da segnalare che fuori Europa la considerazione verso le due costosissime agenzie comunitarie (Echa ed Efsa) coinvolte a diverso titolo nella valutazione del glifosate è molto scarsa: nonostante gli spericolati comportamenti di un membro della commissione Iarc (sembra fosse in combutta con uno studio legale che ha promosso una class action contro Monsanto) che ha conferito la classificazione di cancerogenicità all’erbicida abbiano gettato non poche ombre sull’operato dell’agenzia di Lione, questo parere è stato ritenuto sufficiente per le condanne. Anche l'Epa, il cui parere sembra in linea con quello delle agenzie europee, è stata ignorata dai giudici.
Sia in California che in Brasile non è detta comunque l’ultima parola: la Monsanto ha annunciato che ricorrerà in appello e il ministro dell’Agricoltura brasiliano, che ha definito “un disastro” l’eventualità della proibizione del glifosate, sta ancora attendendo la pronuncia delle locali agenzie preposte alla valutazione tossicologica e ambientale dei prodotti fitosanitari: Anvisa, che si occupa di salute umana e Ibama, che si occupa di protezione dell’ambiente. E poi era l’Europa quella cattiva!
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
- Comunicato della revoca dei prodotti fitosanitari a base di glufosinate.
- Decreto 21 dicembre 2010 Sospensione dell'autorizzazione all'immissione in commercio ed all'impiego del prodotto fitosanitario Glufos 20, a base della sostanza attiva glufosinate ammonio.
- Decreto 27 aprile 2012 Ri-registrazione del prodotto fitosanitario, a base di glufosinate, sulla base del dossier 102000012340 di All. III alla luce dei principi uniformi per la valutazione e l'autorizzazione dei prodotti fitosanitari.
- Sentenza Glyphosate California (uno dei tanti articoli)
- Sentenza Glyphosate Brasile (uno dei tanti articoli)
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Agronotizie