Il vino italiano cavalca la ripresa economica e punta dritto all'obiettivo record dei 7 miliardi di giro d'affari da export. Secondo i dati Istat rielaborati da Ismea e Unione Italiana Vini, nei primi sette mesi dell'anno le spedizioni sono cresciute del 6% in quantità rispetto allo stesso periodo del 2020, per una crescita del 15% in valore.

L'andamento particolarmente sostenuto dei fatturati nazionali all'estero riflette l'incremento generalizzato dei valori medi, sotto la spinta di una domanda fortemente dinamica e maggiormente orientata verso segmenti a valore aggiunto più alto. In merito a questo aspetto appena menzionato, si registrano ottimi dati per i vini dop (+17% in valore), sia grazie al segmento dei fermi (+15%) che degli spumanti (+27%).

In merito ai prezzi, negli ultimi 25 anni l'Italia è riuscita a valorizzare maggiormente il prodotto sui mercati esteri, posizionando il proprio vino con un prezzo medio passato da 1,3 euro al litro del 1997 ai quasi 3 euro/litro nel 2020, con un incremento del 129%. In controtendenza la Francia, che ha registrato una flessione del 15%, portandosi da 5 euro del 2007 ai 4,2 euro/litro attuali. L'aumento italiano è il riconoscimento del percorso di qualità fatto dai nostri vini.

Dal punto di vista dei mercati di destinazione, sempre in merito ai dati 2021, la progressione più evidente arriva dai paesi terzi extra Ue, con un +11% in volume e +17% in valore, mentre dai mercati tradizionali europei cresce il valore (+11%) con una stabilità delle quantità vendute. Si consolida il mercato Usa, con 2,5 milioni di ettolitri esportati (+21%) e oltre un miliardo di fatturato (+19%), oltre a ottime performance anche in Cina (+64% in quantità e +67% in valore) e Russia (+42% e +39%).

In Europa contrazione per Germania (-8%) e Regno Unito (-6%), in particolare quest'ultimo a causa della Brexit, mentre notizie positive per il vino made in Italy arrivano dalla Francia (+3% in volume e +17% in valore).