Le piante durante il riposo invernale - sottolinea la Coldiretti - sono in grado di sopportare temperature inferiori allo zero, anche di decine di gradi, ma diventano particolarmente sensibili, una volta risvegliate, in fase di fioritura o dopo aver emesso le nuove foglioline.
Discorso che vale sia per la frutta estiva che per gli ortaggi a ciclo primaverile-estivo, che nell'agricoltura dell'Italia centromeridionale vengono messi a dimora dopo il 19 marzo, una data rituale oltre la quale, secondo osservazioni tradizionali consolidate, non avvengono più gelate. Una convenzione in anni recenti sempre più spesso non rispettata dalle reali condizioni meteo. Pertanto, il brusco abbassamento delle temperature dei giorni scorsi rischia di compromettere la produzione di ortaggi e frutta.
Fuori dal riposo invernale e, pertanto, più sensibile al gelo, anche la vite. E proprio per i vignaioli sono ore di paura dopo le scottanti perdite dovute alle gelate dell'aprile 2017. Le prossime ore saranno decisive per capire il livello del danno.
"Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu - con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo".
Cambiamenti climatici che hanno fatto perdere all'agricoltura italiana - secondo Coldiretti - oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.
L'agricoltura sarda, purtroppo, non è stata esente da questo fenomeno che l'ha interessata direttamente negli ultimi mesi, con diversi eventi estremi, spesso anche nella stessa stagione: alluvioni, con l'episodio di Bitti in primo piano lo scorso novembre, la siccità del 2017, grandinate, gelate fuori stagione, temperature altissime, e il vento.