"Il perdurare dell'emergenza coronavirus a livello nazionale, con il susseguirsi dei decreti urgenti della presidenza del Consiglio dei ministri, e la più recente propagazione dello stesso a livello europeo e non solo, hanno reso improcrastinabili alcune decisioni. Per tali ragioni il Consiglio di amministrazione, d'intento con la direzione generale e il management, ha deliberato oggi in merito a molteplici aspetti essenziali per il proseguimento dell'attività del gruppo. Fra questi, la ridefinizione di obiettivi, strategie e investimenti per la messa in sicurezza dei prodotti, della propria clientela e del business dei settori correlati", ha sottolineato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, a seguito della riunione straordinaria del Cda del gruppo Veronafiere che si è riunito nella giornata di lunedì 23 marzo scorso.
Il tutto concordato d'intesa con i rappresentanti delle associazioni di settore: Ernesto Abbona, presidente di Unione italiana vini, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Sandro Boscaini, presidente di Federvini, Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza cooperative e Matilde Poggi, presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti.
Decisione che è stata presa anche in seguito alle richieste arrivate dalle principali associazioni, organizzazioni e consorzi del settore. Nei giorni scorsi erano state infatti numerose le domande di posticipare la kermesse per svariati motivi: dalla volontà di tutelare i vari espositori sia dal punto di vista sanitario che economico, in primis i vignaioli perché a giugno non si possono allontanare dalla rispettiva azienda per quattro o cinque giorni in quanto le viti sono in piena vegetazione, dal fatto che i principali buyer internazionali avevano già espresso disinteresse per un'edizione estiva e anche perché non si riusciva ad offrire agli eno-appassionati un servizio completo in quanto molti espositori avevano già disdetto la loro partecipazione.
Rilancio delle fiere di settore e nuovo calendario
"Occorre ricordare - ha affermato Maurizio Danese - che questa situazione complessa ha avuto un impatto dirompente anche sull'industria fieristica europea. Ad oggi, sono oltre duecento le manifestazioni sottoposte a revisione di calendario, con una perdita complessiva che sfiora i 6 miliardi di euro e 51.400 posti di lavoro a rischio, senza considerare l'indotto e la perdita di 39 miliardi di euro di export generati dalle rassegne internazionali per le Pmi europee".Il gruppo Veronafiere ridefinisce così, oltre al calendario di tutti gli appuntamenti, gli assetti per riorganizzare la propria attività e affrontare sia l'attuale emergenza sanitaria, sia la riprogettazione di tutte le azioni in vista della ripresa. Veronafiere concentrerà la seconda parte dell'anno 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati per "ripartire prontamente quando si tornerà a pieno regime" ha concluso il presidente.
"Il post emergenza per noi si chiama rinascita, che fino all'ultimo abbiamo continuato a confidare potesse avvenire a giugno. Ma la crisi sanitaria si è, come evidente a tutti, decisamente inasprita e ciò che inizialmente sembrava possibile ora non lo è più" ha affermato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani.
"Vinitaly, in accordo con le organizzazioni di filiera, Vinitaly, Sol&Agrifood ed Enolitech si spostano quindi al prossimo anno. Per questo, oltre a lavorare con investimenti straordinari sui nostri eventi internazionali Vinitaly Chengdu, Vinitaly China road show, Wine South America (23-25 settembre 2020), Vinitaly Russia (26 e 28 ottobre 2020), Vinitaly Hong Kong (5-7 novembre 2020), Wine to Asia (9-11 novembre 2020) e le iniziative della Vinitaly international academy, ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende", ha concluso il direttore generale.