Ecco: questa settimana sono strabiliato, e lo sono per un atto agricolo (forse).
Avevo invitato a un convegno un tipo americano di cui mi avevan parlato un gran bene due vecchi amici quali: Carlos Crisosto dell'Università di Davis, un mito assoluto fra i cultori della frutticoltura e del post raccolta, e Alessandro Turatti, gran imprenditore veneziano emigrato negli Usa e che fa garrire il tricolore con macchinari d'eccellenza nei quattro angoli del mondo.
Michael Bianco di Aerofarms (Newark, Nj), l'invitato, mi ha fatto vedere un pezzo di futuro. Anzi, no: un pezzo di presente. Causando la mia meraviglia assoluta.
Aerofarms produce ortaggi a foglia in agricoltura verticale. Ma produce impiegando il 5% dell'acqua normalmente utilizzata per una coltura in serra per il semplice fatto che le radici sono a contatto solo con aria satura di umidità (no terreno, no acqua, no altri intermedi).
Non chiedetemi come fanno, ma lo fanno.
E forniscono già con i loro prodotti catene quali Whole foods, che vende i loro prodotti a prezzi di oltre 5 dollari/kg.
Prodotti che sono coltivati con ausilio di telecamere che monitorano ogni momento della crescita e questa avviene sotto lampade speciali e senza l'uso di fitofarmaci, in ripiani impilati fino a 20 metri di altezza.
Sono strabiliato. Se per effetto di un atto agricolo non lo so, ma sono strabiliato.