I dati Istat rielaborati dall'Ismea, partner dell'Osservatorio sul vino dell'Unione italiana vini evidenziano una situazione di stallo relativamente al valore medio delle bottiglie made in Italy.
Sui mercati dei paesi terzi è stato esportato il 9% in più rispetto al primo trimestre 2016, con introiti in crescita del 10%. Con i dati del primo trimestre, i paesi terzi rappresentano il 34% dell'export a volume e il 51% a valore. Nonostante questo, per chiudere al meglio il 2017 è necessario che i fondi Ocm promozione per i paesi terzi siano resi disponibili alle imprese da parte del Mipaaf, consentendo così investimenti per oltre 200 milioni di euro, che aiuterebbero il sistema vino italiano a valorizzare i propri prodotti nei paesi extra Ue.
Per quanto riguarda le Dop e i codici della nomenclatura combinata ci sono alcune novità. Prosecco e Dop siciliane sono stati infatti inclusi tra le produzioni che potranno essere monitorate, e stanno registrando performance positive. Il Prosecco attualmente rappresenta da solo il 65% dell'export complessivo degli spumanti Dop, che valgono circa 150 milioni di euro.
L'altra novità, sempre in merito ai codici della nomenclatura combinata, riguarda il poter distinguere il vino commercializzato in "recipienti compresi tra i 2 e i 10 litri", quindi i bag in box e i vini sfusi in senso classico. Questi due segmenti hanno realizzato complessivamente il 17% in più a volume per un totale di 1,5 milioni di ettolitri, e il 10% in più di introiti superando i 100 milioni di euro. In termini di volume il bag in box pesa per il 6% in quantità e il 13% a valore. Le destinazioni principali dei vini italiani in tale formato sono Germania e Scandinavia.
Infine, dopo la frenata del 2016, i primi mesi del 2017 sembrano aver portato buone notizie anche per i vini in bottiglia fermi (+3%).