Il suo è un settore che muove molto denaro, ma se ne parla abbastanza poco pur parlando di numeri impressionanti. Perché c’è sempre la percezione, soprattutto da parte dei giovani, che non sia una buona strada da percorrere? Solo perché faticosa o perché non è stato fatto niente per passare percezioni migliori?
"Intanto bisogna un po’ sfatare questa dinamica, perché soprattutto negli ultimi anni c’è un ritorno alla terra nelle ultime generazioni. Un po’ per necessità, inutile negarlo, la crisi di questi anni ha battuto forte e in generale il settore primario è stato vissuto come un settore rifugio dove potersi appoggiare in un tempo complicato come questo, ma un po’ anche per scelta. Noi quest’anno abbiamo avuto il 44% in più di iscrizioni alle facoltà di agraria e chi si laurea oggi in agraria per il 95% trova lavoro nel giro di pochi mesi, per altro con stipendi più alti della media dei propri coetanei. La verità è che il mondo agroalimentare è un settore di grandissima prospettiva per questo Paese, basta vedere che le innovazioni che i giovani imprenditori agricoli stanno mettendo nel settore. Da Nord a Sud ci sono esperienze straordinarie di gente che coltiva e produce in loco e poi magari commercializza il proprio prodotto direttamente attraverso le piattaforme internet, e ci sono imprese che stanno scommettendo tantissimo sulla tecnologia e sull’innovazione, quindi è un mondo da raccontare innanzitutto perché dentro ha delle grandi prospettive di futuro. Noi stiamo cercando di dare una mano, in questi pochi mesi abbiamo fatto diverse cose tutte orientate a legare sempre di più a legare agricoltura e giovani, la sfida generazionale dell’agricoltura è uno dei grandi temi che vogliamo affrontare".
Entrando nello specifico, per esempio, avete previsto nel decreto sulla competitività proprio qualcosa di più diretto ai più giovani e al settore agricolo?
"Sì, i primi di agosto, mentre più o meno si andava in vacanza, noi abbiamo approvato questo decreto Competitività che al suo interno ha il piano che abbiamo denominato “Campo libero” e per la prima volta abbiamo messo a sistema alcune misure fondamentali per sostenere l’occupazione giovanile su questo fronte. Prima ancora della legge di stabilità, noi con il decreto dei primi di agosto abbiamo introdotto delle deduzioni Irap che arrivano, in alcune regioni del Sud, fino al 50% proprio per favorire delle assunzioni degli Under 40, abbiamo introdotto una deducibilità di un terzo del costo della retribuzione lorda per l’imprenditore che vuole assumere e stabilizzare per tre anni contratti a tempo indeterminato, proprio per favorire questo meccanismo. Abbiamo introdotto tre crediti di imposta, uno specifico proprio per sviluppare l’e-commerce in campo agro-alimentare, perché le piattaforme internet sono uno straordinario volano, soprattutto per le produzioni locali. Poi abbiamo fatto una serie di altri passaggi molto importanti, ad esempio nell’applicare la nuova programmazione dei fondi europei per l’agricoltura che da qui al 2020 per l’Italia vale più di 50 miliardi di euro, abbiamo destinato una misura specifica ai giovani in agricoltura. Sono 80 milioni di euro l’anno che vanno a misura di sostegno della sfida generazionale in campo agricolo".
Questo Expo 2015 che è dedicato al settore può apportare cose significative per il nostro Paese all’interno del settore agricolo e alimentare?
"Io credo di sì, nonostante tutte le difficoltà Expo sarà una grandissima occasione per l’Italia. Ricordiamoci sempre che Expo Milano 2015 ha un grande tema: nutrire il pianeta, energia per la vita, come garantire cibo sano, sicuro e sufficiente ad una popolazione mondiale che salirà sempre di più e una produzione agricola che rischierà di non incrociare questa ascesa. Quindi sarà una grande occasione per noi perché avremo il mondo in casa, oltre 140 Paesi che per sei mesi discuteranno di tecnologia, innovazione, saperi, modi di produrre, impresa agricola, tutto il tema della tutela dei controlli, della garanzia della qualità, della sicurezza del cibo, è un tema del futuro. Il fatto di poter ospitare in Italia una piattaforma di dibattito di questo tipo deve dare la possibilità all’Italia di presentarsi all’Europa e al mondo come uno dei Paesi che su questi temi possa fare la differenza".
Oggi si apre il Consiglio Europeo e tanti sottolineano il problema della filiera. Cosa dobbiamo chiedere all’Europa?
"Io penso che la nostra grande sfida, soprattutto in Europa, sia innanzitutto quella di garantire attraverso l’etichettatura e quindi la tracciabilità dei prodotti in origine, la corretta informazione del consumatore. Noi stiamo conducendo una battaglia in Europa perché l’etichettatura e la tracciabilità e l’obbligatorietà dell’etichetta con il Paese di origine dei prodotti sia diffusa il più possibile su tutte le filiere, in modo tale che sia chiaro da dove arrivano i prodotti, che tipo di qualità hanno e cosa c’è dietro quel prodotto".
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Fonte: Rtl 102.5