Così martedì 30 ottobre, alla fine della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e Provincie autonome, l'assessore all’Agricoltura del Veneto, Franco Manzato, giocando con i numeri, ha annunciato la posizione unitaria raggiunta dalle Regioni in merito al disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo.
Una posizione che, in serata, è stata esaminata dalla Conferenza unificata in seduta straordinaria.
"Abbiamo vagliato le condizioni definite all'unanimità dagli assessori regionali all'Agricoltura, all'Urbanistica e al paesaggio e non ci pongono problemi particolari" ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, che ha proseguito affermando come anzi, alcune di esse costituiscano un obiettivo miglioramento.
Il ministro ha voluto ribadire che ora i tempi sono strettissimi per l'esame in Parlamento prima della fine della legislatura. Tempi che, ha spiegato, rendono difficile sperare in un'approvazione definitiva del testo prima dello scioglimento delle Camere.
"Ora il nostro obiettivo è quello di proseguire nell’iter che richiede un ulteriore passaggio a Palazzo Chigi prima del coinvolgimento del Parlamento, per fare in modo che questo provvedimento diventi legge prima della fine dell’attuale legislatura”, ha chiosato.
Sull'argomento ea già preventivamente intervenuto l'assessore Manzato in mattinata. "Ho visto leggi assurde approvate in un paio di giorni e leggi necessarie rimaste nel limbo - ha detto Manzato -, vediamo in quale categoria i parlamentari inseriranno questa che è una legge doverosa ed etica".
Cosa è cambiato
Il lavoro del coordinamento degli assessori all'agricoltura, territorio, urbanistica e paesaggio sul testo del ministero delle politiche agricole, ha inserito una serie di miglioramenti finalizzati ad una maggior efficacia del provvedimento che, secondo il parere degli assessori Giuseppe Elias e Leonardo Salvemini, nella prima stesura aveva un approccio "probabilmente solo parziale per una problematica così complessa ed importante".
La posizione unitaria delle regioni proposta da Manzato assieme al collega della Puglia Dario Stefano e accettata all’unanimità dagli assessori regionali, implica una modifica al testo governativo che prevede una moratoria immediata di almeno tre anni all’erosione del suolo agricolo, senza attendere tutti gli adempimenti previsti.
La modifica recita in sostanza che 'dalla data di entrata in vigore della presente legge e sino al recepimento negli strumenti urbanistici dei vincoli conseguenti al limite di superficie agricola di cui all'articolo 3 della legge, e comunque non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di superficie agricola', fatte salve 'le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, le opere pubbliche, nonché gli interventi strumentali all'esercizio delle attività' necessarie all’imprenditore agricolo.
Quaranta e più polemiche
Dietro al gioco di 'numeri' scelto da Manzato, si nasconde una polemica che da giorni si trascina intorno al decreto e che nasce dalla dichiarazione del premier Mario Monti in occasione dell'approvazione, in via preliminare, del disegno di legge da parte Consiglio dei ministri avvenuta lo scorso 14 settembre.
In quell'occasione Monti sostenne che in quarant'anni è stata cementificata un'area pari alla Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna passando da diciotto a tredici milioni di ettari di superficie agricola.
Ad essa sono seguite, lo scorso lunedì, le dichiarazioni del ministro Mario Catania che commentando il rinvio al 30 ottobre della conferenza unificata voluto dalle regioni, lamentava un ritardo di quaranta giorni nei quali le stesse si sarebbero palleggiate il disegno di legge di cui, ha dichiarato, "è stato più volte rinviato il posizionamento finale e sul quale sembrava ci fosse stato un accordo sul testo ma invece mancava il consenso degli urbanisti. Abbiamo bruciato quaranta giorni, che - ha ribadito - in uno scorcio di legislatura non è poco e rischiano di essere decisivi".
"Ringrazio Catania per l’impegno personale - ha risposto Manzato - ma gli ricordo che una cosa del genere non può essere decisa sulla base dei tempi dell’emergenza elettorale a fronte di obblighi costituzionali, dopo che per decenni i governi se ne sono disinteressati e anzi hanno operato, sottraendo loro risorse, per mettere i comuni nelle condizioni di ‘dover’ ricorrere alle lottizzazioni che hanno ridotto pesantemente il suolo coltivato e coltivabile.
Noi in Veneto abbiamo messo mano alla questione, ma non potevamo intervenire su una materia di competenza comunale e soprattutto sugli introiti che questa ha garantito a fronte dei tagli continui dello Stato".