2,8 miliardi di deficit per la bilancia commerciale cerealicola al termine del terzo trimestre 2022. È questo il conto dei primi nove mesi del 2022, rispetto, a 1,87 miliardi di euro del saldo negativo netto del 2021. Continua il dato congiunturale di un forte dinamismo nell'export, che però non basta a fermare l'enorme crescita in valore dell'import.

 

Andando nel dettaglio, le importazioni sono cresciute nei primi nove mesi del 2022 del 7,4% rispetto al 2021 (pari a oltre 1 milione di tonnellate in più) e nei valori di 2,1 miliardi di euro (+43,3%). Boom degli arrivi di cereali in granella (+705mila tonnellate) che assorbono una buona fetta della crescita degli arrivi in valore (+1,2 miliardi). Forte crescita anche per il mais (+1,1 milioni di tonnellate) e in misura minore il grano tenero (+98.400 tonnellate), oltre a orzo (+68.500 tonnellate), mentre continua a calare il grano duro (+616mila tonnellate, -34%). Infine, lieve aumento per le farine proteiche e vegetali (+49mila tonnellate, pari al +2,8%).

 

Sul fronte delle vendite estere, aumentano le quantità esportate di paste alimentari (+117mila tonnellate), cereali in granella (+176mila tonnellate, di cui oltre 190mila tonnellate di grano duro). Bene le performance relative alle farine di grano tenero (+23%), mangimi a base di cereali (+8,4%) e dei prodotti trasformati (+4%), oltre a un buon +6,5% per il riso.