Dopo i saluti di rito ai cento partecipanti, affidati a Valeria Fasoli di Image Line, insieme a Leonardo Bellaccini di Agricola San Felice, ad aprire i lavori è la relazione di Mauro Coatti di Agrofarma-Federchimica, che dopo un accurato inquadramento del Pan e del quadro legislativo nazionale e comunitario, ne analizza le ricadute a livello tecnico e applicativo: ogni aspetto del sistema viticolo si inserisce sull’altro come le ruote di un ingranaggio, dalla scelta delle varietà e dei portinnesti, fino alla raccolta. Una difesa efficace ed efficiente è quindi fondamentale per il mantenimento di un equilibrio vegeto-produttivo ottimale della pianta che ci consente di ottenere produzioni costanti, di quantità e qualità elevata.
Al legislatore, quindi, Agrofarma chiede protocolli di difesa non più basati sulla semplice esclusione o limitazione di prodotti, bensì inclusivi di tutti gli strumenti di difesa disponibili, con indicazioni a livello nazionale per indirizzarne al meglio l’utilizzo. Fondamentale è inoltre una adeguata programmazione industriale per garantire la presenza dei prodotti sul mercato.
A seguire Aride Poletti, anch'egli in rappresentanza di Agrofarma-Federchimica, interviene riguardo ai livelli massimi di residui nei prodotti agroalimentari, sottolineando in particolare come dalla molteplicità di organi di vigilanza in materia di sanità derivino difformità di tolleranza nei massimi livelli di residuo da paese a paese (o gruppi di paesi come l'Ue): ciò accade principalmente per le diverse condizioni ambientali e il conseguente differente utilizzo che si fa degli agrofarmaci, senza dimenticare l’influenza che la variabile composizione della dieta riveste nello stabilire tali limiti di legge. In conclusione, per chi produce ed esporta vino all’estero, è fondamentale conoscere i massimi livelli di residuo tollerati nel paese di esportazione in modo da poter accuratamente valutare l’opportunità di esportare, in relazione alla compatibilità di tali limiti con quelli previsti dalla normativa del paese di produzione.
La terza relazione vede Maristella Rubbiani dell’Istituto superiore di Sanità di Roma impegnata nella descrizione degli utilizzi extra-agricoli degli agrofarmaci, e nell'esplorare i numerosi scenari di possibile esposizione accidentale o ambientale, per i quali sono previste apposite procedure di valutazione. Il Pan, nello specifico, prevede alcune misure volte alla riduzione o eliminazione di tali rischi in ambienti frequentati dalla popolazione, quali possono essere linee ferroviarie e strade.
Conclude la serie di relazioni Ivano Valmori, fondatore di Image Line, che introduce il tema dell’agricoltura digitale e di come i moderni strumenti, quali ad esempio QdC® - Quaderno di Campagna e Fitogest®+, possono aiutare gli agricoltori, e tutti gli attori della filiera, ad affrontare le nuove sfide che il Pan e l’agricoltura sostenibile ci pongono, nell’ottica di migliorare e valorizzare ulteriormente il prodotto made in Italy.
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La parola passa quindi a produttori, consulenti e distributori: si apre infatti il ricco e proficuo dibattito che vede protagonisti Luciano Baronciani di AgriBaronciani, Michele Brandi di Marchesi de Frescobaldi, Fabio Burroni dello Studio associato Agronominvigna, Alberto Grasso di Vino Libero e Sergio Mottura dell'omonima azienda. Tra i temi affrontati la fiducia nelle competenze altrui, la richiesta forte di semplificazione, l'approccio integrato e collaborativo alla sostenibilità, la valorizzazione made in Italy, la corresponsabilità fra agricoltore, consulente e distributore.
Nello scenario attuale diventa, infatti, fondamentale affrontare il tema della difesa delle colture non più come uno spettro che spaventa il consumatore, ma al contrario come un’opportunità per comunicare a chi acquista che “dietro al vino che beve, ai prodotti agroalimentari made in Italy c’è tutta una parte di consulenza tecnica, di conoscenza e di sicurezza che fanno in modo che il prodotto agroalimentare italiano sia il migliore al mondo”.
In quest’ottica allora si può fiduciosamente affermare che “Il Pan, con tutte le difficoltà tecniche, con tutte le difficoltà che si incontrano nella sua applicazione, rappresenterà un altro passo in avanti per la valorizzazione del made in Italy nel mondo”.