Con decreto già pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle scorse settimane, infatti, due nuovi cloni di Sangiovese (SG-CAPSI-300 e SG-CAPSI-301) e uno di Foglia Tonda (FT-CAPSI-302) saranno a disposizione di coltivatori ed enologi per produrre vino delle migliori qualità.
I tre nuovi cloni sono il frutto di circa 12 anni di lavoro portato avanti dal Consorzio in collaborazione con l'Università degli Studi di Firenze, ed in particolare in collaborazione con il dottor Roberto Bandinelli e la dottoressa Laura Pieragnoli.
La ricerca dei potenziali nuovi cloni è avvenuta sull'intero territorio delle province di Siena e Arezzo e ha portato all'individuazione di circa 100 presunti cloni, che sono stati sottoposti ad analisi sanitarie al fine di scartare quelli affetti da virosi. Dei cloni risultati sani sono state analizzate le attitudini produttive, mediante curve di maturazione e microvinificazioni, per portare all'omologa finale solamente i cloni che presentavano caratteristiche particolari e migliorative. Al fine di individuare con certezza l'appartenenza ad uno specifico vitigno è stata anche effettuata la mappatura genetica degli individui.
Questo risultato non è solo l'importante punto d'arrivo per un'attività di ricerca lunga e difficile ma, come ha rilevato il consiglio d'amministrazione del Consorzio nell'ultima riunione, sottolinea che il Consorzio agrario svolge, oggi come in passato, una funzione di congiunzione tra il mondo della ricerca universitaria e il campo applicativo e sperimentale. Particolare importante di questa ricerca è stato l'ottenimento di un clone di "Foglia Tonda" sano, in quanto il vitigno, sebbene sia considerato secondario, oggi è molto ricercato negli uvaggi ma non si trovavano finora cloni virus esenti. Il Consorzio Agrario è il costitutore del secondo clone presente nel catalogo nazionale. Tutti i presunti cloni individuati sono ad oggi presenti in un “campo catalogo” presso l'azienda di San Piero in Barca, dove continua il monitoraggio delle caratteristiche produttive al fine di individuare altri cloni da portare in omologazione.
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Fonte: Consorzio agrario di Siena