Il prossimo 5 dicembre al ministero delle Politiche agricole, Confai e Unima firmeranno un protocollo di intesa per la nascita del Coordinamento degli agromeccanici italiani. E' con questo annuncio del presidente Leonardo Bolis che si è aperta l’assemblea annuale della Confederazione degli agromeccanici e agricoltori italiani, tenutasi a Bergamo.
"Con la presidenza Unima di Silvano Ramadori siamo riusciti ad aprire una prospettiva di collaborazione a tutto campo - dichiara Bolis -  che era da tempo auspicata all’interno di Confai come strategia prioritaria per l’affermazione delle esigenze delle imprese agromeccaniche di fronte alle istituzioni e alle grandi organizzazioni economiche”.

Confai è reduce da un 2013 in cui ha raccolto numerosi successi. “La nascita di Confai Academy, strumento per la formazione dei contoterzisti, ma anche il successo ottenuto con l’istituzione dell’Albo degli agromeccanici in Lombardia, premessa importante per poter nel prossimo futuro cercare di accedere ai Programmi di sviluppo rurale”, ricorda Bolis. Sul tema, la replica dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, lascia aperta la porta all’innovazione. “Innegabilmente le imprese agromeccaniche svolgono un’attività fondamentale per l’agricoltura – afferma Fava -, ma diventa una questione fondamentale trovare un’intesa fra le due rappresentanze del contoterzismo. In caso di unità, sarà molto più facile spingere sulla questione, anche perché sul tema bisognerà vincere le resistenze del mondo agricolo”.

Un mondo agricolo, sostiene il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini, “che proprio mentre il contoterzismo ritrova l’unità, fa di tutto per emarginarci”. L’anno che si sta concludendo, però, ha visto anche elementi in chiaroscuro per le imprese di meccanizzazione agricola, come il rincaro del carburante per i mezzi, l’eccesso della burocrazia, le complicazioni del mercato olivicolo, le difficoltà nel continuare ad innovare per effetto della crisi e la mancanza di sostegno da parte della pubblica amministrazione. Un elemento cardine che potrebbe riequilibrare una situazione che ad oggi vede premiati con i finanziamenti pubblici solamente gli agricoltori che svolgono attività agromeccanica “ancora oggi è l’inquadramento dell’imprenditore agricolo professionale in agricoltura”, sottolinea Bolis. Il presidente di Unima, Silvano Ramadori ha dichiarato: “Una volta eletto alla presidenza di Unima ho chiamato subito Confai perché gli imprenditori agromeccanici sono la chiave di volta per far rimanere attive le aziende agricole. Assicuriamo la competitività in agricoltura, anche se le organizzazioni sindacali agricole vogliono emarginare il contoterzismo. Invece noi vogliamo esserci”. Sul versante dell’innovazione, spiega il professor Tommaso Maggiore dell’Università di Milano, “le imprese agromeccaniche costituiscono il futuro, per efficienza e tecnologie. Pensiamo ad esempio alla direttiva nitrati, alla sicurezza sui cereali, alla raccolta meccanizzata e alle principali operazioni in campo. Ormai, sono solo i contoterzisti in grado di compiere economie di scala”.

Il contoterzismo italiano cerca ora il riconoscimento per accedere alle risorse della Pac. Una missione che vede impegnati anche Marco Carra (Commissione Agricoltura alla Camera) e Angelo Zucchi. “Stiamo lavorando affinché possiate ottenere un riconoscimento professionale – dice Zucchi, capo della segreteria del sottosegretario Martina -. Anche perché, di fatto, non c’è scritto da nessuna parte che gli imprenditori agromeccanici ci possono stare nel novero dei beneficiari della Pac, ma neanche che non ci possono stare. L’impegno che ci possiamo prendere è dunque lavorare affinché si possano creare i requisiti per l’apertura”. Una posizione condivisa anche da Carra, che ha avanzato in merito una proposta di legge. “Ora con una visione comune di Confai e Unima – spiega – potrebbe essere più semplice”.