Nuovo record per l'export di vino made in Italy nel 2022, che tocca i 7,9 miliardi di euro (+9,8%), a fronte di volumi venduti pressoché piatti (22 milioni di ettolitri, -0,6%). Secondo lo studio dell'Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, il mercato del vino ha retto bene alla crescita dei prezzi, anche se i costi di produzione hanno eroso fortemente i margini della filiera, in particolare per i prodotti fino a 6 euro/litro (entry-level e popular).

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Il risultato finale della bilancia commerciale presenta un attivo di oltre 7,3 miliardi di euro, anche se, fra le criticità del 2023, vi è il forte rallentamento nei consumi nell'ultimo trimestre 2022 (+5% in valore rispetto alle doppie cifre degli altri trimestri, -5% a volume). Dal punto di vista dei mercati, gli Stati Uniti si confermano il primo mercato per l'export italiano, in crescita del 10%, con una quota di mercato del 23%. 15% per la Germania, in crescita del 5%, a seguire Regno Unito (+10%), Canada (+11%), Svizzera (+3%) e Francia (+25%). Forte decremento per la Cina (-28%) sul fronte dei vini in bottiglia.

 

Per quanto concerne i prodotti, a far da traino sono ancora una volta gli spumanti, con un +19% a valore (Prosecco +22%), mentre faticano di più i vini fermi imbottigliati (-3% a volume). Rossi in sofferenza (-4% volume, +4% valore), contro il +12% dei bianchi. Risultano in contrazione i volumi nelle fasce di posizionamento più basse (sotto i 3 euro), mentre crescono i vini premium. Scende il volume per i frizzanti (-7%), ma cresce il valore (+6%).

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A livello regionale, è il Veneto a guidare la speciale classifica, con 2,8 miliardi di fatturato all'estero (+13,4%), guadagnando una quota pari al 36% sul totale nazionale. Seguono Piemonte (+4,6%, pari a 1,28 miliardi di fatturato) e la Toscana (+10,4%, 1,25 miliardi di euro).