"Puntare su innovazione e managerialità non è un optional, ma una necessità – sottolinea il presidente di Agri 2000 Camillo Gardini – bisogna mettere in discussione ogni anno le scelte tecniche aziendali, accettare le sfide delle nuove tecnologie e coglierne così le opportunità. L'imprenditore agricolo deve stare sempre più attento ed essere incline alle evoluzioni tecniche, tecnologiche e organizzative, che si pongono come opportunità imprescindibili per centrare l'obiettivo della competitività. Ogni singola impresa deve ormai giocarsi le proprie carte a livello globale".
Nel corso di AgriManager a parlare di agricoltura smart è stato il professore Angelo Frascarelli, docente di economia agraria dell'Università di Perugia e responsabile scientifico del progetto.
"Si chiama agricoltura smart ed è l'agricoltura del futuro, quella intelligente, cioè capace di comprendere la realtà aziendale, del contesto e del mercato, in grado di utilizzare al meglio ogni risorsa per ottenere un obiettivo chiaro, ovvero l'utile di impresa. Un'agricoltura che punta sulla tecnologia non "a prescindere" ma in quanto mette al centro la capacità imprenditoriale".
Fra i dati presentati al convegno su AgriManager, l'indagine condotta sulle 1.020 imprese agricole emiliane intervistate ha messo a nudo la necessità di miglioramento della managerialità in diversi contesti aziendali.
"Ci sono ampi margini per poter accrescere queste competenze – ha ricordato il presidente Gardini – le aziende che investono e sono più inclini all'innovazione sono quelle condotte da giovani. Chi ha più accesso e facilità al credito è quella che investe e fa innovazione. Il dato che risalta è il fatto che gli investimenti siano finanziati in particolare con capitale proprio, ma è necessario un salto verso un maggior accesso al credito".