La Conferenza stato regioni prenderà in esame nella seduta del prossimo 24 gennaio il decreto del ministero per le Politiche agricole recante "Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di Xylella fastidiosa (Well et al.) nel territorio della Repubblica italiana".

Si tratta dell'atto di recepimento nazionale della Decisione di esecuzione (Ue) 2017/2352 della Commissione europea, del 14 dicembre 2017, che ha modificato la decisione di esecuzione (Ue) 2015/789 relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione della Xylella fastidiosa e che consente il reimpianto di olivi di cultivar immuni o resistenti al batterio da quarantena oltre che la libera circolazione di tre cultivar stabilite di uva da vino: Cabernet Sauvignon, Negramaro e Primitivo, risultate immuni a Xylella fastidiosa sottospecie pauca ST 53.
Il parere della conferenza è atteso favorevole, visto il voto positivo della Commissione agricoltura della Stato Regioni dei giorni scorsi.

Intanto le organizzazioni di produttori si stanno già attivando sul territorio pugliese per consentire i reimpianti con la cultivar F17 (Favolosa), evitando speculazioni sui prezzi: il comitato Voce dell'Olivo - Alleanza di produttori ha già acquistato 200mila piantine a 2 euro l'una, da distribuire agli agricoltori.
 

Il nuovo decreto Xylella, le novità

Il nuovo atto regolamentare sostituirà integralmente il decreto ministeriale 7 dicembre 2016. Nei giorni scorsi le organizzazioni agricole si erano allarmate per quanto riguarda le modalità di autorizzazione ai reimpianti, bollate come troppo burocratiche e macchinose. Confagricoltura Lecce, in particolare aveva richiesto una modifica al decreto, con un'autorizzazione unica per tutti.

Ma l'articolo 8 del decreto, quello che riguarda specificamente il regime autorizzatorio, appare quanto mai vago. In particolare, il comma 2, che consente i reimpianti in deroga al divieto del comma 1 recita: ".... il Servizio fitosanitario regionale può autorizzare l'impianto di piante ospiti all'interno delle zone infette elencate nell'allegato II in cui sono applicate misure di contenimento a norma dell'articolo 10, fuorché nella zona di 20 km di cui all'articolo 10, comma 7, lettera c) (Quella più esterna e prossima alla zona cuscinetto dove si attuano le misure di contenimento e di eradicazione più spinte NdR).
Qualora decida di concedere le autorizzazioni, il Servizio fitosanitario regionale privilegia le piante ospiti appartenenti a varietà che il Comitato fitosanitario nazionale ha dichiarato resistenti o tolleranti all'organismo specificato
".

In pratica, la lettera del decreto demanda alla Servizio fitosanitario della Regione Puglia il compito di autorizzare o meno le cultivar, non solo, ma a sua volta il Servizio fitosanitario è libero di andare oltre l'attuale ristretto elenco di cultivar ritenute resistenti alla Xylella: Leccino e Favolosa. Sembra invece non essere in piedi una forma di autorizzazione da produrre ai singoli soggetti ad effettuare i reimpianti. Questo significa che il regime delle autorizzazioni sarà effettivamente normato a livello regionale dal Servizio fitosanitario territoriale.

Intanto, gli agricoltori del Salento si stanno organizzando per i reimpianti, che verosimilmente cominceranno il prossimo autunno. Voce dell'Olivo, alleanza di produttori, da ottobre 2018 distribuirà le piantine di F 17 (Favolosa), con priorità ai piccoli agricoltori, ad un prezzo, franco arrivo piattaforme di distribuzione, di 2 euro a pianta. Questo il frutto di una lunga trattativa tra l'organizzazione e uno dei vivai concessionari della cultivar F 17 (Favolosa).

"Gli agricoltori salentini vogliono tornare a piantare ulivi e noi abbiamo voluto investire sulla nostra e sulla loro caparbietà incominciando dall'acquisto di piante – fanno sapere da la Voce dell'Olivo - questa sarà solo la prima di una serie di iniziative concrete che accompagneranno gli agricoltori nella ricostruzione delle zone del Salento già da tempo distrutte da Xylella, in attesa che si pronunci la scienza in merito all'efficacia degli innesti per salvare i monumentali e in merito alla resistenza dei semenzali. Questi ultimi rappresentano un immenso patrimonio genetico autoctono, che certamente potrà garantire un futuro ricco di biodiversità e quindi di soluzioni, tali da far ritornare al vecchio splendore il nostro territorio oggi devastato dal batterio".