“E’ presto per parlare di bilanci, ma la tendenza è decisamente positiva – sottolinea Antonio Rallo, presidente dell’Osservatorio del vino succeduto a Domenico Zonin – riscontriamo buoni risultati anche sui vini fermi Dop, che testimoniano come il successo degli spumanti italiani stia contagiando anche altri prodotti vinicoli, che continuano la crescita seppur a ritmi più sostenuti”.
“Questi dati parlano già chiaro – continua Rallo – è evidente che la qualità italiana sui mercati stranieri venga recepita in modo netto e che i nostri prodotti siano riconosciuti come ambasciatori del miglior made in Italy. Il calo ormai strutturale dell’export dei vini comuni e sfusi in favore dei prodotti di qualità, sollecita uno sforzo ulteriore che dobbiamo fare come sistema paese per conquistare nuove quote di mercato per i nostri vini a denominazione di origine, non accontentandoci di crescere solo a valore proprio in virtù del fatto che la richiesta di vino è orientata verso prodotti di qualità. Il 2016 dovrà essere l’anno in cui ricomincerà a vedere incrementi sui volumi dei vini a denominazione, migliorando ulteriormente le performance del valore dell’export”.
“La crescita dell’export influisce positivamente anche sui prezzi dei vini del mercato interno – conclude Rallo – segno che la catena del valore del vino sta portando risultati positivi su tutti gli anelli della filiera. La cultura del consumatore sta cambiando in modo radicale, sia nel mercato interno sia in quello estero. Dobbiamo continuare a percorrere la strada della qualità per mettere in risalto i nostri valori e le nostre tradizioni, uniche al mondo”.
A livello di mercati, guida la classifica dei principali destinari il mercato Usa, con un corrispettivo di 330 milioni di euro (+5% sullo stesso periodo 2015). Per il Regno Unito l’export made in Italy vale 152 milioni di euro (+7%), mentre l’Austria registra un ottimo +13%, toccando i 22,5 milioni di euro. Buone notizie arrivano anche da due mercati in prospettiva importanti come Cina (21 milioni di euro, +15%) e Russia (11 milioni, +6%).