"La percentuale dell’1% del fatturato di ogni Op non è sufficiente, le indennità di ritiro sono troppo basse; dovrebbe essere consentito di riportare le risorse non spese in anni di “non crisi” negli anni successivi, per aumentare la dotazione finanziaria a disposizione ma anche per realizzare azioni di promozione maggiormente efficaci".

Così Italia Ortofrutta interviene sulla crisi che ha colpito il settore di pesche e nettarine made in Italy, già denunciata anche da Unaproa.

"È a tutti noto che la produzione agricola è l’anello debole di tutta la filiera, quanto meno perché ha l’urgenza di commercializzare un prodotto altamente deperibile - spiega Italia Ortofrutta in una nota - come è vero che gli strumenti oggi disponibili con l’Ocm per contrastare tali situazioni non sono adeguati anche in termini di risorse finanziarie messe a disposizione".

"Un gruppo dirigente responsabile deve limitarsi a proporre al mondo della politica nazionale e comunitaria l'incentivazione della strumentazione di regolazione delle produzioni europee e fornire al settore se ne è capace accordi di filiera "veri", responsabili, incisivi - esordisce la nota - Ogni comportamento populista oltre che demagogico e realisticamente non realizzabile rischia di sostituire la proposta con una protesta senza incidere sulla soluzione del problema".

In particolare, Italia Ortofrutta punta il dito contro la mancanza di un adeguato approccio condiviso nelle realtà produttive, che spesso confidano nelle avversità climatiche dei Paesi concorrenti per evitare situazioni di surplus produttivo. Così come evidenza che ben pochi effetti producono le campagne informative di stimolo al consumo e gli accordi interprofessionali tra i soggetti delle filiera.

"Certo non è facile, non ci sono risposte o soluzioni semplici, si deve intervenire con un mix di strumenti che spesso non hanno la capacità di incidere su situazioni che si determinano in altri Stati membri ma, non si può prescindere da una maggiore uniformità di intenti per intervenire tutti insieme prima della crisi per togliere dal mercato una certa quantità di prodotto al fine di evitare che si innesti la spirale viziosa eccesso di offerta, blocco dei consumi, calo dei prezzi. Purtroppo, come spesso accade tutti aspettano che sia il “vicino” a fare il primo passo ritirando il prodotto e immancabilmente la crisi si allarga investendo tutti".

Italia Ortofrutta chiede dunque all’Europa un aiuto straordinario per i ritiri, con risorse aggiuntive e un innalzamento delle relative indennità ed una deroga alla percentuale di prodotto ritirabile.
Si guarda in particolare all’esempio del ritiro straordinario a seguito dell’epidemia di Escherichia Coli di qualche anno: "Potrebbe essere riproposto anche al fine di per consentire il coinvolgimento di soggetti produttori che non si riconoscono nel sistema delle Op".

"Chiediamo pertanto di attivare le risorse previste dall’art. 219 del Reg. n.1308/13- Turbative di mercato - continua Italia Ortofrutta - che, anche in considerazione della rapida attivazione ci consentirebbe di dare risposte rapide ed incisive". 

"Tutto ciò non può tuttavia prescindere da un complessivo ripensamento interno al mondo della produzione e dell’intera filiera - conclude Italia Ortofrutta - finalizzato ad una ulteriore riduzione dei costi relativi ad esempio ad un eccesso di certificazioni, di confezionamento, ecc. che oggi non riescono più ad essere remunerate dal mercato".