Non è andata come speravano le sigle sindacali Flai, Fai e Uila - scese in piazza nelle scorse settimane - la votazione di mercoledì al Senato della Commissione Lavoro sugli emendamenti all'articolo 11 del disegno di legge sul mercato del lavoro.

Un ping pong di dichiarazioni ha mantenuto viva per tutta la giornata di ieri la questione voucher in agricoltura, in seguito alla notizia, giunta in mattinata, dell'accantonamento dell'emendamento presentato dai relatori Pd Tiziano Treu e Pdl Maurizio Castro, rimandandone l'analisi alla sessione pomeridiana.
Solo nel pomeriggio si è appreso dell'ulteriore rinvio dell'esame per un parere negativo del ministero delle Politiche agricole sulle modalità d'impiego dei voucher nelle imprese agricole di minori dimensioni.

 

Il punto critico

Nell'emendamento allo studio della commissione Senato, è contenuta la restrizione d'impiego dei voucher per aziende con un giro di affari inferiore a 7mila euro annui e solo nei confronti di persone non iscritte negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli. In tal modo viene, di fatto, aumentata la regolamentazione anche rispetto all'attuale normativa.
Una soluzione nei confronti della quale il ministro Catania si è detto contrario definendola "incoerente" proprio in un momento in cui alle imprese è richiesto impegno per la crescita.
Si tratta – ha spiegato il ministro - di una risorsa utile per rispondere a esigenze circoscritte, ma importante per la vita delle imprese in alcuni brevi periodi di attività”.
Diversa la posizione mantenuta dal ministero del Lavoro che, per voce del ministro Michel Martone, ha confermato il proprio parere favorevole sull'emendamento.

 

Le associazioni

Tali modifiche, secondo il parere della Confederazione italiana agricoltori, rischiano di essere eccessivamente restrittive per le aziende agricole. Pur comprendendo l’esigenza di evitare l’abuso di questo strumento la Cia ritiene importante “non invalidare gli indiscutibili vantaggi del voucher, sia per le aziende agricole in termini di semplificazione sia per i lavoratori in termini di integrazione al reddito”.

Per Sergio Marini, presidente Coldiretti l’emendamento cancella di fatto i voucher in agricoltura e se così fosse – prosegue riferendosi alla soglie di reddito aziendale - saremmo di fronte a una grave scorrettezza del Governo e del Parlamento anche in conseguenza del fatto che l’agricoltura è stato l’unico settore non invitato al tavolo del lavoro dal ministro Fornero”.

Pronta la reazione delle sigle sindacali Flai, Fai e Uila che dicendosi rammaricate dalla dichiarazione di Coldiretti, prospettano strade e percorsi futuri destinati a dividersi.

 

L'emendamento

Non si parla però solo di dimensioni aziendali per l'uso dei voucher nell'emendamento e le modifiche sulle quali si sta discutendo riguardano, come ha spiegato per Agronotizie, Stefano Mantegazza, segretario generale Uila è stato proposto “un doppio intervento importante e molto positivo che riporta l’utilizzo del lavoro occasionale alla sua vera natura accessoria.
"Si stabilisce – ha proseguito – anche un valore orario ai voucher dirimendo il contenzioso che attribuiva al buono un valore di dieci euro lordi senza definire la durata oraria del lavoro che andava a remunerare. Viene introdotta poi la numerazione dei voucher che – ha spiegato -, garantisce maggiore trasparenza. Con la precedente normativa anche a fronte di un controllo, non essendo definito né un valore né una numerazione, era lecito retribuire otto, dieci o più ore di lavoro con un solo voucher”.

 

Non volo voucher

In attesa che al Senato vengano prese delle decisioni, rimane comunque aperta, osserva Mantegazza, la problematica legata alla riforma della mini-Aspi, ovvero l'indennità di disoccupazione per i settori non agricoli che sostituirà quella con i requisiti ridotti.

Abbiamo indicato anche nelle riunioni al Senato – ha dichiarato il segretario Uila -, i danni che la mini Aspi introduce nell'ordinamento giuridico su questo versante e so che sono stati ripresentati tutti gli emendamenti per cercare di convincere ancora il Governo a modificare gli articoli 24 e 28”.