Il Censis conferma e ribadisce che la forza della società italiana risiede nelle sue origini rurali”. E' il commento di Confagricoltura alla pubblicazione da parte del Centro studi investimenti sociali, del 'Rapporto sulla situazione sociale del Paese' giunto, con il 2011, alla 45ma edizione. La crisi che sta travolgendo trasversalmente l'economia nazionale secondo l'istituto avrebbe, almeno parzialmente, graziato il settore agricolo.

Il suo impatto sull'agricoltura sembra, infatti, minore rispetto a quello sulla totalità del sistema economico nazionale.

 

I numeri dell'agricoltura

In una società fotografata dall'istituto come fragile, isolata ed eterodiretta, il comparto agricolo si caratterizza, nel periodo compreso tra i primi sei mesi del 2008 e i primi sei mesi del 2011, per una flessione del valore aggiunto pari allo 0,9 per cento.

Un dato che, fanno sapere dall'istituto di ricerca, si contrappone alla flessione del 13,8% fatta registrare dall'industria ed al dato negativo (-1,5 per cento) dei servizi.

Non basta; il rapporto sottolinea anche come nei primi 10 anni del ventesimo secolo nonostante la contrazione nel numero di microimprese, in ambito agricolo sia aumentato il numero di aziende con più di 20 ettari (+10 punti percentuali) e, con esso, la dimensione aziendale media (+44 punti percentuali circa), passata da 5,5 ettari di Sau a 7,9.

E ancora, secondo quanto pubblicato dal Censis, sono cresciute le giornate di lavoro per persona e per azienda che passano da 64 a 71; ciò a indicare un miglioramento della produttività.

Siamo, infine, il leader europeo in quanto a numero di prodotti agroalimentari a marchio di qualità Dop e Igp (il 22% di quelli riconosciuti a livello comunitario), cui vanno sommati i riconoscimenti ottenuti in ambito vitivinicolo - Docg, Doc e Igt -, che interessano in totale ben 362mila ettari di vigne.

 

Jolly e punto di partenza

Lo 'scheletro contadino' - come definito dal Censis in chiave di metafora -, su cui si è costruito il corpo sociale ci appartiene – prosegue Confagricoltura – bisogna quindi partire da qui per costruire ogni progetto sociale, etico ed economico di sviluppo. Crediamo – conclude la confederazione - sia un'indicazione forte anche per l'esecutivo, che in queste ore deve assumere decisioni difficili”.

Facciamo nostre alcune della valutazioni pubblicate dal Censis – ha aggiunto Franco Verrascina, presidente Copagri - si può e si deve uscire dalla gravissima situazione economica mettendo in campo energie, mobilitazioni e convergenze collettive.

Governando, in definitiva – ha concuso -, la realtà attraverso un'economia reale ed una logica fondata sulla concretezza del lavoro e della produzione”.