Approvato lo schema di decreto legislativo sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi dopo la riunione del Consiglio dei ministri che in via preliminare ha licenziato il testo in via preliminare, per l'invio ai pareri della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari.
Il provvedimento fissa l'obiettivo assegnato all'Italia del 17% entro il 2020 di energia prodotta da fonti rinnovabili, pari a 22,62 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).
Il decreto legislativo recepisce la direttiva 2009/28 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili e punta al potenziamento del sistema per incrementare l'efficienza energetica e l'utilizzo di energia rinnovabile e ha fra gli obiettivi principali quello di diminuire gli oneri 'indiretti' legati al processo di realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (dall'autorizzazione alla connessione, all'esercizio).
In questo modo - prosegue la nota - si raggiunge il duplice obiettivo di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili per rispettare i target europei e di ridurre gli oneri specifici di incentivazione a carico dei consumatori finali di energia.
Gli strumenti di incentivazione previsti dallo schema sono: incentivo per il biometano immesso nella rete; fondo a favore dello sviluppo dell'infrastruttura per il teleriscaldamento e il teleraffreddamento; incentivi per la produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili; contributi per la produzione di energia termica da piccoli impianti; potenziamento del sistema di incentivi per l'efficienza energetica, attraverso i certificati bianchi; fondi in favore dello sviluppo tecnologico ed industriale".
Soddisfatto il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan. "Ho fortemente voluto e ottenuto che nel provvedimento venisse inserita la norma che non consente di costruire su terreni agricoli impianti fotovoltaici a terra superiori a un Mw - ha detto Galan -. In questo modo intendiamo proteggere il terreno agricolo dalle speculazioni industriali, stabilendo che deve essere utilizzato in primo luogo per l’agricoltura".
"Ho anche ottenuto che la grandezza degli impianti sia direttamente proporzionale alla superficie agricola posseduta - ha precisato il ministro -, in modo che non si possa utilizzare più del 10% del terreno a disposizione per sviluppare impianti fotovoltaici a terra, che devono essere considerati, a mio come una delle possibili scelte degli agricoltori, quindi come un nuovo prodotto dell’agricoltura".
"La produzione di energia rinnovabile rappresenta una necessità ambientale e un'occasione di sviluppo imprenditoriale anche per il settore agricolo che non può diffondersi se non nel rispetto della legalità e degli elementi identitari dei territori - ha sottolineato Coldiretti -. Per quanto riguarda gli impianti destinati all'inserimento in aree agricole, occorre prevedere una vera e propria valutazione agronomica".
Quanto alla produzione di energia da biomassa e da biogas, "è necessario - prosegue Coldiretti - individuare criteri capaci di considerare le prestazioni ambientali degli impianti in un'ottica di ciclo di vita, privilegiando il concetto di filiera corta, di provenienza e di tracciabilita' della materia prima in base ad accordi quadro".
La Cia invita ad evitare speculazioni a danno dell'agricoltura. "Prendiamo atto in maniera positiva che ci sia un intervento del governo che ponga limiti alla costruzione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli per evitare ulteriori speculazioni ai danni dell'agricoltura, del paesaggio e della qualita' degli ambienti naturali" e aggiunge che "è necessario introdurre parametri che non complichino la vita degli agricoltori e delle imprese agricole".