L'evento ha permesso di fare il punto della situazione ortofrutticola italiana ed emiliano-romagnola, vista la situazione di crisi degli ultimi anni e le necessarie trasformazioni di cui questo comparto ha bisogno.
"L'ortofrutta è un tema complesso che va affrontato sotto tutti gli aspetti e da tutti gli attori - afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Ravenna -. Rischiare di perderla nel nostro territorio sarebbe una sconfitta per tutta l'economia perché l'ortofrutta crea produzione, lavoro, indotto. In questo momento di crisi le aziende agricole continuano ad investire ed innovare e noi vogliamo aiutarle e supportarle in questo processo. Crediamo che l'aggregazione sia molto importante, ma deve necessariamente evolversi e guardare al futuro con più prospettiva. La scelta di creare Agrinsieme è stata lungimirante, ma rappresenta un punto di partenza e vuole essere la casa di tutti".
Pesce ed albicocche, la situazione in Europa
"Per la campagna 2015 la produzione europea di pesche e nettarine si prospetta di circa 3,7 milioni di tonnellate, in linea con la produzione 2014 - spiega Elisa Macchi, direttore del Cso di Ferrara -. Le stime previste nei singoli Paesi sono 1.396.897 tonnellate in Spagna (+3% rispetto al 2014), 1.378.055 tonnellate per l'Italia (in linea con il 2014), 752.000 tonnellate per la Grecia (+2%) e 22.761 tonnellate per la Francia (-4%). Come si può vedere la Spagna sta guadagnando molto nei nostri confronti, grazie agli investimenti fatti ed alla capacità di rinnovarsi. Il mercato delle pesche rimane insofferente per problemi congiunturali, strutturali e per l'accavallarsi di prodotto. Senza dimenticare l'oramai cronica crisi dei consumi e l'embargo russo. E' necessario riguardare l'idea di aggregazione per programmare meglio l'offerta. Dobbiamo inoltre riconquistare il consumatore attraverso la qualità ed il suo riconoscimento.
La situazione produttiva delle albicocche risulta essere in calo in Europa, a causa delle difficoltà climatiche durante la fioritura. Si prevedono 509.570 tonnellate, in calo del 4% rispetto al 2014. L'Italia rimane il primo produttore con 197.451 tonnellate ma in calo del 7%. La Spagna invece produrrà circa 100 mila tonnellate, in aumento del 12%, rispetto al 2014. I consumi sembrano però in aumento e questo lascia pensare che l'annata sarà buona".
Dino Scanavino, presidente della Cia nazionale, durante il suo intervento all'incontro organizzato dalla Cia a Faenza
Le Oi al centro del progetto
"L'interprofessione è una grande opportunità per il futuro dell'ortofrutta e noi tutti dobbiamo coglierla - spiega Stefano Francia, vicepresidente di Cia Ravenna -. Fino ad oggi non è stata sufficientemente considerata ma contemporaneamente non è stata incisiva. Questo strumento permette una condivisione delle regole lungo la filiera, la creazione di contratti quadro e la possibilità di contribuire all'incremento dei redditi di tutti gli operatori. Per questo motivo è necessario che diventi più forte. Inoltre permette di promuovere i consumi grazie ad adeguate campagne di comunicazione".
L'Ocm non cambia
"Rispetto a quanto era circolato negli ultimi giorni non cambia l'impianto dell'Ocm ortofrutta - spiega Alessandra De Santis, responsabile ortofrutta della Cia -. Scampato il pericolo di modifiche a vantaggio dei paesi di recente introduzione. Sono eventualmente previste delle piccole modifiche ma non saranno sostanziali. Dall'1 gennaio 2017 ci saranno sicuramente delle novità. Sembra infatti che l'Ue voglia modificare fortemente al ribasso le norme europee per la commercializzazione del prodotto ortofrutticolo e questo non lo possiamo permettere se vogliamo mantenere qualità e garanzia. Sicuramente è necessario semplificare ed essere più efficaci, per rispondere meglio alle situazioni di crisi. L'embargo russo ha sicuramente rappresentato un grande problema. L'UE ha messo in campo grandi risorse, che però non sono state sfruttate al meglio oppure è stato difficile sfruttarle. C'è bisogno d'intervenire per evitare quanto è successo".
Una visione della platea intervenuta all'evento "Ortofrutta: quali situazione e quali prospettive"
Nuove regole per uscire dalla crisi
"Il settore ortofrutticolo è in grave crisi e per uscirne bisogna rinnovare - spiega Antonio Dosi, presidente Cia Emilia-Romagna -. Per prima cosa è importante cambiare il sistema dell'interprofessione per dare regole nuove uguali per tutti. Dobbiamo ridurre i costi di produzione e allinearli tra tutti i paesi, creare un catasto europeo delle produzioni per agevolare la programmazione, diversificare le produzioni, stimolare la crescita dei gruppi di contatto, armonizzare l'uso degli agrofarmaci, aggregare l'offerta, rinforzare i tavoli di condivisione e di contrattazione".
Al via l'era PER.A.
"Ci sono grandi opportunità nel settore della pera che devono sono essere colte, basta cominciare - commenta Luca Granata, coordinatore del progetto Per.A. -. Per fare questo bisogna aggregare l'offerta e limitare la concorrenza interna tra i produttori. Per questo motivo abbiamo costituito Per.A., una nuova realtà che ad oggi porta in dote 207.900 tonnellate di pere. L'iniziativa sarà già operativa dalla campagna 2015. Ma non vogliamo certo fermarci qui, abbiamo grandi prospettive davanti. L'obiettivo è raggiungere le 400 mila tonnellate già da questa campagna inserendo quelle realtà che ad ora hanno scelto di restarne fuori. Questa iniziativa vuole essere la casa di tutti, le porte sono sempre aperte. In questo modo potremo anche sviluppare l'export, ottimizzare i costi di produzione, creare valore aggiunto attraverso politiche di marca".
Simona Caselli, assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna
Aggregarsi ed internazionalizzarsi
"L'ortofrutta ha un grande indotto nell'economia dell'Emilia-Romagna - spiega Simona Caselli, assessore regionale all'Agricoltura -, oltre ad avere un ruolo strategico. E' necessario garantire ai suoi protagonisti il giusto reddito. L'aggregazione può aiutare, a patto che si adegui. La produzione non è stata al passo con la Gdo, che è sembrata più efficiente e meno provinciale. Bisogna cambiare marcia e dobbiamo farlo in fretta. E' il momento di fare scelta forti e decise. Per agevolare l'unione d'intenti potremmo pensare di premiare chi si aggrega. In quest'ottica spero che Per.A. possa avere successo. Presenta un valore simbolico ed emulativo troppo grande per fallire. Ognuno è libero di fare le sue scelte e non voglio forzare nessuno, ma io mi metto a disposizione per dare una mano a convincere chi ad oggi ha scelto di starne fuori ad entrare. Dobbiamo inoltre migliorare sulla valorizzazione dei marchi, sull'educazione ai consumi e sulla comunicazione dell'ortofrutta. Infine segnalo che dalla Russia non arrivano segnali incoraggianti. L'embargo potrebbe continuare fino alla fine dell'anno, questo significa ancora una stagione frutticola all'insegna delle difficoltà".
Meno burocrazia e rivoluzione comunicativa
"Ci sono tante cose da fare, ma credo che aggregarsi sia l'unico percorso per far sì che i produttori di materia prima abbiano maggiore dignità - spiega Dino Scanavino, presidente della Cia nazionale -. Dobbiamo abbattere una burocrazia impazzita, migliorare il sistema dei controlli, ridurre i costi di produzione. Dobbiamo anche innovare l'approccio comunicativo con la Gd, per avere maggiore peso e per valorizzare il nostro prodotto. In questo momento l'unione fa la forza".