Per il settore vitivinicolo si registrano due importanti novità da parte del ministero per le Politiche agricole: il ministro alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, sentito il parere favorevole della Conferenza Stato Regioni, ha firmato il Decreto che sancisce le deroghe su base comunale al superamento della resa massima di uva ad ettaro nelle unità vitate iscritte a schedario per la produzione di vini non Dop e non Igp (vini comuni), fissata in 30 tonnellate ad ettaro e comunque in deroga non oltre le 40 tonnellate ad ettaro: le deroghe vanno in vigore con la vendemmia 2022-2023, ma potrebbero nel frattempo ancora cambiare. Inoltre - per quanto riguarda i vini a Denominazione di Origine - con decreto del responsabile del Dipartimento per le Politiche Europee e dello Sviluppo Rurale del Mipaaf, Luigi Polizzi, sono state fissate le "Disposizioni nazionali relative all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, in ordine al rilascio di autorizzazioni per nuovi impianti viticoli - Annualità 2022" che fissa in 6.964 gli ettari assegnabili per i diritti di impianto nel 2022.
Vini comuni, le nuove rese per ettaro e le deroghe
Come si ricorderà, con il Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, meglio noto come Decreto Rilancio, convertito in Legge 17 luglio 2020, numero 77, nel terzo comma dell'articolo 224 "Misure in favore della filiera agroalimentare" era stata introdotta una novità per i produttori di uva da vino comune: la modifica dell'articolo 8 della Legge 12 dicembre 2016, numero 238 (meglio noto come Testo Unico della Vigna e del Vino) con la sostanziale riduzione delle rese massime per ettaro dei vigneti dalle originarie 50 tonnellate a 30 tonnellate, seppure con la possibilità di alcune deroghe regionali, che non possono superare le 40 tonnellate.
Il ministro ha pertanto adottato per proprio decreto del 23 dicembre 2021 - acquisito il parere favorevole delle Conferenza Stato Regioni e Province Autonome - l'elenco dei comuni nei quali è consentita la deroga di resa oltre le 30 tonnellate, tenendo presente delle istanze delle Regioni e delle rese comunali degli ultimi cinque anni, come previsto dalla nuova norma di legge. Si tratta di quasi ottanta comuni, collocati per lo più in Veneto, ma anche in Abruzzo, Emilia Romagna e Puglia. Per l'elenco completo è possibile consultare l'allegato A del Decreto.
Inoltre, il ministro ha disposto che entro il 31 gennaio 2022, le regioni potranno chiedere di integrare l'elenco, che potrebbe essere così ampliato con un provvedimento ministeriale se ricorra il requisito "che almeno il 25% dei produttori, che insistono nel comune per il quale si chiede l'iscrizione, abbia registrato una resa produttiva superiore alle 30 tonnellate per ettaro, in almeno un'annualità tra il 2015 e il 2019".
Tale elenco, pure così eventualmente modificato, potrà poi essere variato entro il 31 gennaio di ogni anno successivo su richiesta delle regioni, ma solo per l'esclusione dei territori dalla deroga alle rese per ettaro tenendo "conto dell'incidenza e/o dell'estensione della superficie non rivendicata a Dop o Igp".
Questi due atti di integrazione dell'elenco saranno disposti con decreto della Direzione Generale delle Politiche Europee e Internazionali del Mipaaf.
Vini Dop e Igp, stabilite le superfici per i nuovi impianti
Il 21 dicembre 2021, la Direzione Generale delle Politiche Europee e Internazionali del Mipaaf ha emanato proprio decreto "Ai sensi dell'articolo 63 del regolamento (Ce) n. 1308/2013, come modificato dall'articolo 1, punto 11) lettera b) del Regolamento (Ue) n. 2021/2117, ai fini del rilascio di autorizzazioni per nuovi impianti viticoli, per l'annualità 2022". Si è così resa "disponibile una superficie di 6.964 ettari, pari all'1% della superficie vitata nazionale riferita alla data del 31 luglio 2015, integrata dalle superfici corrispondenti ai diritti di impianto, di reimpianto e da riserva che potevano essere convertiti in autorizzazioni al 1° gennaio 2016 nonché delle superfici autorizzate di nuovi impianti oggetto di rinuncia nella annualità 2021". A questo provvedimento, entro la prossima primavera, seguirà il decreto con l'attribuzione delle superfici disponibili su base regionale.