Il settore vitivinicolo ha subìto una battuta d'arresto nel 2020 a causa della pandemia che ha rallentato le esportazioni e chiuso per lungo tempo il canale Horeca. E se molte cantine hanno chiuso lo scorso anno con il segno meno, molte altre hanno continuato a macinare utili. Mentre i dati del primo semestre 2021 parlano di una ripresa generalizzata, con un vero e proprio boom delle esportazioni.

Ma quali sono i campioni nazionali del settore vino? Se si guarda al fatturato a guidare la classifica è Cantine Riunite & Civ con 581,3 milioni di fatturato (dati apparsi sull'inserto L'Economia del Corriere della Sera del 2 agosto 2021). Si tratta di una cooperativa che detiene diversi marchi (Riunite e Albinea Canali, Cantine Maschio e Maschio dei Cavalieri, Righi e Gaetano Righi). Cantine Riunite & Civ controlla il Gruppo Italiano Vini (che da poco ha ricevuto un finanziamento da parte di Cassa depositi e prestiti per 10 milioni) e che pesa per 393 milioni.

Secondo in classifica è il Gruppo Caviro con 362 milioni di fatturato nel 2020. È anche questa una cooperativa con ramificazioni in tutta Italia e interessi non solo nel vino ma anche nella produzione di energie rinnovabili e sottoprodotti quali alcol etilico. Il marchio più famoso, ça va sans dire, è il Tavernello. Il legame con l'Italia è forte tanto che è l'unico grande Gruppo ad avere come mercato principale quello nazionale, visto che le esportazioni valgono solo il 27% del fatturato.

Scendendo al terzo posto si fa un salto di più di 100 milioni di euro, visto che la Casa Vinicola Botter Carlo & C. ha fatturato lo scorso anno 230 milioni. Un'azienda familiare, ormai alla sua terza generazione (guidata da Alessandro, Annalisa e Luca Botter), vocata all'export visto che ben 215 milioni di ricavi vengono proprio da fuori confine.

Al quarto posto troviamo un nome storico del vino italiano: Marchesi Antinori. La famiglia toscana ha fatturato 214 milioni di euro, di cui 140 all'estero. Albiera Antinori e le sorelle Allegra e Alessia (insieme all'amministratore delegato Renzo Cotarella) rappresentano la 26esima generazione e sono la prima azienda privata della classifica che inoltre spicca per l'incredibile redditività del business di famiglia (rapporto ricavi e costi) secondo solo a Tenuta San Guido, che produce l'iconica etichetta Sassicaia.

Al quinto posto troviamo Cavit, cooperativa di Trento che ha fatturato 209,7 milioni di euro nel 2020, espandendo il suo business nonostante la crisi (+9,58%). Con oltre 5mila viticoltori soci Cavit è sinonimo di bollicine, anche all'estero, che pesa per 163 milioni.

Solo 1,5 milioni di euro dividono Fratelli Martini (208,2 milioni di fatturato) da Cavit. L'azienda familiare di Cossano Belbo (Cuneo), guidata da Gianni Martini e aiutato dalla figlia Eleonora, è un forte esportatore. L'export di marchi quali Casa Sant’Orsola e Canti vale oltre l'86% del fatturato.

Al settimo posto si trova Italian Wine Brands, società con sede a Milano e quotata in Borsa che nel 2020 ha fatturato 204,3 milioni di euro. Originaria delle Langhe, negli anni si è espansa e ora ha cantine lungo tutto lo Stivale, dalla Puglia al Veneto. La società è in mano per il 60% al mercato, per il 9,08% ad Alessandro Mutinelli, ceo del Gruppo, e per il resto ad altri investitori.

All'ottavo posto si classifica Enoitalia, con 200,8 milioni. Il Gruppo, guidato da Giorgio Pizzolo, è il secondo produttore di Prosecco al mondo ed è fortemente orientato all'export (79% del fatturato). E proprio questa estate Italian Wine Brands ha annunciato di aver trovato un accordo con la famiglia Pizzolo per acquisire l'azienda, dando vita (sulla carta) ad un Gruppo da 405 milioni di euro, il secondo in Italia dietro a Cantine Riunite & Civ.

Al nono posto c'è il Gruppo Mezzacorona con 193,6 milioni di fatturato. Cooperativa con sede a Trento, è leader nella produzione di vini tipici locali quali Teroldego Rotaliano, Lagrein, Gewürztraminer e lo spumante Trento Doc. La sua base di soci è in Trentino, ma gestisce anche il marchio Feudo Arancio, che invece ha le sue aree produttive in Sicilia. L'84% del fatturato del Gruppo deriva dall'export.

E infine al decimo posto, con 189,5 milioni di euro, c'è Zonin 1821, che nella top ten è quello che ha risentito di più della pandemia, con una contrazione del fatturato del 7,55%. Il presidente Domenico Zonin, insieme ai fratelli vicepresidenti Francesco e Michele, guidano il Gruppo che ha il suo cuore produttivo in Veneto (fanno anche Prosecco) e interessi nel Chianti e in altre zone d'Italia.


Non c'è solo il fatturato

Questa la classifica per fatturato, ma se invece guardiamo agli ettari vitati di proprietà della cantina le cose cambiano, e non poco. Al primo posto infatti troviamo il Gruppo Caviro, con ben 36.272 ettari, al secondo posto La Marca Vini e Spumanti, con 15mila ettari e al terzo il Gruppo Ermes, con 10.453 ettari. C'è poi Colomba Bianca, con 7mila ettari, Terre Cevico, con 6.920, Cantina di Soave, con 6.400 ettari, Gruppo Vi.V.O Cantine con 6.045 e Cavit con 6mila. Più giù ancora Collis Veneto Wine Group, con 5.996 ettari, Vignaioli Veneto Friulani, con 4.950 e Cantine Riunite & Civ con 4.907 ettari.

Salta agli occhi come un colosso del calibro di Casa Vinicola Botter Carlo & C., terzo per fatturato, non abbia vigne di proprietà e solo 12 ettari in affitto. Ma anche Italian Wine Brands non ha terreni, così come Enoitalia. Chi invece è fortemente esposto sull'affitto è Casa Vinicola Sartori, con 2.800 ettari in affitto a fronte di 25 di proprietà, e Villa Sandi, 1.850 ettari in affitto e 190 di proprietà.

Nella classifica degli imbottigliatori il primato spetta a Gruppo Caviro, con 259 milioni di bottiglie, seguito da Cantine Riunite & Civ, con 207 milioni. Al terzo posto Enoitalia, con 114 milioni. Sotto i 100 milioni di bottiglie troviamo Casa Vinicola Botter Carlo & C., con 96,8 milioni, Terre Cevico con 86,3, Contri Spumanti con 78,9 milioni, Italian Wine Brands con 65 e Mondodelvino Group con 62,4. Mentre al decimo posto si piazza Schenk Italian Wineries con 59,2 milioni di bottiglie.