Il mondo delle bollicine italiane vale 750 milioni di bottiglie. E' questa la cifra certificata da Unione italiana vini, pubblicata anche da Corriere Vinicolo, testata di settore dell'associazione. Di queste 750 milioni di bottiglie di spumante made in Italy, 600 milioni godono della denominazione di origine, delle quali il 56% degli imbottigliamenti è relativo al Prosecco, al quale si aggiungono numerose produzioni che superano la tradizionale linea produttiva del Po.

Senza considerare il Prosecco, da analizzare a sé, si tratta di tessuto di etichette e micro-produzioni fortemente polverizzato, e il dato più eclatante è sicuramente il fatto che l'80% delle denominazioni non superano i 2mila ettolitri di imbottigliato annuo, circa meno di 270mila bottiglie. La produzione totale 2020 è ammontata a 5,6 milioni di ettolitri, pari alle 750 milioni di bottiglie citate in precedenza, e a livello regionale, complice il Prosecco, è concentrata in particolare in Veneto, che riveste un ruolo fondamentale, con l'82% della produzione nazionale, seguita dal Piemonte con il 10,7%. Numeri marginali per Lombardia (3,3%), Trentino (1,9%) ed Emilia Romagna (1,4%).

La denominazione Doc vale 437,5 milioni di bottiglie, seguita dalla Docg con 181,6 milioni e l'Igt con 5,8 milioni di bottiglie. In crescita il segmento dei varietali con 18,4 milioni, mentre chiude la speciale classifica, con 107 milioni bottiglie, il gruppo delle etichette comuni.

Dal punto di vista dei mercati, nel 2020, complice una pandemia che ha ridotto fortemente i consumi di vino fuori casa, le importazioni mondiali di spumanti sono calate del 9% in valore e del 5% nelle quantità rispetto al 2019. Gli Stati Uniti, a valore, rimangono il mercato più importante e solido, con il 20% della quota di assorbimento delle importazioni, seguito da Uk (12%), dal Giappone (8%) e dalla Germania (7%). In quantità la Gran Bretagna supera di poco gli Usa (18% contro 17%) seguiti dalla Germania (7%). Per l'Italia i mercati esteri rappresentano uno sbocco fondamentale, infatti il 70% della produzione made in Italy è destinata all'export.