Bisogna poi contestualizzare i cali all'interno di aree geografiche ben precise; se dal punto di vista quantitativo sia l'Ue che i mercati extra-Ue vedono cali più o meno simili, sotto il profilo del valore del venduto il calo entro i confini europei si ferma intorno all'1%, mentre nei paesi terzi la riduzione di giro di affari si attesta mediamente sul 5%.
La battuta d'arresto delle vendite di vino made in Italy fuori dai confini nazionali si è accentuata non solo per i dati dei due mesi di epicentro della crisi sanitaria, ovvero marzo e aprile, ma ha visto l'aggiunta di un trend negativo nel secondo e terzo trimestre 2020, eccezion fatta per Canada e Svizzera, gli unici due mercati in controtendenza, con acquisti in crescita rispettivamente del 5% e 4% in volumi, anche se con aumenti in valore più limitati.
Dal punto di vista varietale, solo il segmento dei mosti è in crescita, mentre per Dop, Igp e comuni la situazione è in negativo, con una crisi più accentuata per il segmento sparkling, maggiormente bloccato per la sua tipicità di consumo all'interno di situazione di convivialità.
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Fonte: Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare
Autore: Lorenzo Pelliconi