Flop della vendemmia verde, mentre la distillazione di crisi in Puglia ha assorbito solo il 16% delle risorse nazionali messe a disposizione per il settore del vino in crisi a causa della lunga chiusura di ristoranti e della paralisi dell'export per il lockdown resosi necessario a seguito dell'epidemia da Covid-19. E' il bilancio di Coldiretti Puglia sulla risposta delle cantine pugliesi alle misure predisposte per sostenere il settore vitivinicolo dopo l'emergenza coronavirus. Ma in Puglia c'è anche chi brinda ad un'ottima annata, come al Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, dove a fronte di una resa per ettaro dei vigneti in uve inferiore del 35-40% rispetto allo scorso anno, si otterrà un vino eccellente.
 

Coldiretti, distillazione di crisi anche per i vini Doc e Igt

"Se i viticoltori francesi hanno potuto destinare alla distillazione sia i vini comuni che quelli con le denominazioni di origine come lo champagne, in Italia il provvedimento ha riguardato solo i vini comuni ed è stato accompagnato da interventi previsti dal Dl rilancio come la diminuzione volontaria delle rese per ettaro per ridurre la produzione dei vini di qualità. Interventi che non hanno sortito i risultati sperati, con lo scarso ricorso dei vitivinicoltori alle misure anticrisi", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

"In Puglia sono stati utilizzati 8 milioni di euro della distillazione di crisi - spiega Gianni Cantele, responsabile della Consulta vitivinicola di Coldiretti Puglia - anche grazie al contributo aggiuntivo disposto dalla Regione Puglia, mentre la vendemmia verde si è rivelata un insuccesso. Restano inutilizzati 100 milioni di risorse nazionali che chiediamo possano essere ridestinati alla distillazione di crisi allargando l'intervento anche ai vini Dop e Igp, allo stoccaggio dei vini di qualità e a contributi forfettari alle cantine, per non far tornare indietro - perché inutilizzate - risorse indispensabili alla piena ripresa del settore".

Durante il lungo lockdown è stato registrato il crollo del 90% degli ordini di vino destinato al canale Horeca - ricorda Coldiretti Puglia - per la chiusura di ristoranti, bar, pizzerie, la riduzione del 15% degli ordini dalla Grande distribuzione organizzata, mentre per quanto attiene la commercializzazione sui mercati internazionali si sono accumulati ritardi negli ordini sottoscritti prima della pandemia e il rinvio di circa il 30% degli ordini in conferma durante la pandemia, con il rinvio del pagamento delle fatture per ordini di vino già consegnato.

"Va immediatamente attivata anche in Puglia la cosiddetta Misura 21 Covid - insiste Cantele - in modo da ristorare le cantine che hanno subito un danno dimostrabile attraverso le fatture di vendita, in modo da dare sostegno ulteriore alle imprese vitivinicole, oltre al top-up sulla distillazione di crisi".

Ora è il momento di far ripartire la macchina della promozione, dopo che, con la riapertura di ristoranti, trattorie, osterie, agriturismi, cantine e bar e la ripresa delle esportazioni - insiste Coldiretti Puglia - si sono riattivati gli sbocchi di mercato del vino pugliese che nel canale Horeca, nell'enoturismo e nell'export vale oltre 1 miliardo di euro l'anno, a regime.

La Puglia è una delle cinque regioni dove si registra un incremento sensibile - conclude Coldiretti Puglia - delle performance delle Indicazioni geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato la volata - fino al periodo pre-Covid - con 42 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente.
 

Primitivo di Manduria, una vendemmia da ricordare

Una vendemmia posticipata, di ottima qualità e con una quantità diminuita fino al 40%. Questa l'analisi del fine raccolto per il Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria.

"I vigneti di Primitivo nel nostro areale appaiono vigorosi e in ottima salute - spiega soddisfatto il presidente Mauro di Maggio -. La vendemmia ha avuto 12 giorni di ritardo a causa di una primavera fredda e di una estate che ha tardato ad arrivare. Tuttavia dal punto di vista fitosanitario le uve si sono subito presentate buone e, a determinare la giusta maturazione, ci ha pensato il nostro clima caldo con tramontana e la scarsità di piogge. Tutto ciò ha impedito la formazione di peronospora e altre malattie del vigneto".

"La resa è bassa, circa il 35-40% in meno rispetto all'annata precedente - continua di Maggio -, ma il frutto è di eccellente qualità con un'alta concentrazione di zuccheri. Sicuramente una vendemmia che sarà ricordata come una delle migliori. Si è iniziato dando spazio alla raccolta per gli alberelli che hanno subito presentato un carico basso per poi proseguire nelle zone costiere e, infine, nelle zone dell'entroterra".

"Ci sono tutti i presupposti per trovare nei calici vini ottimi, corposi e con un bouquet tipico del Primitivo di Manduria Dop. - conclude di Maggio - Il lavoro in vigneto si è svolto in questi mesi in modo regolare, compatibilmente con le restrizioni e con le nuove norme emanate per la gestione dell'emergenza Covid-19".