Il governo ha intenzione di rivedere al ribasso le rese massime per ettaro che regolano la produzione di uve destinate al vino da tavola. E’ la risposta data dalla sottosegretaria alle Politiche agricole, Alessandra Pesce all’interrogazione parlamentare presentata nei giorni scorsi dal M5S in Commissione agricoltura alla Camera dei deputati sul grave stato di crisi del settore, già denunciato dalla Cia Sicilia Occidentale.
 

La richiesta della Cia Sicilia Occidentale e la risposta del Mipaaft

L' organizzazione degli agricoltori siciliana aveva individuato nella resa massima di 500 quintali di uve per ettaro – stabilito dalla legge 238 del 2016 – un fattore determinante negli squilibri produttivi tra le varie regioni italiane. Per la Cia Sicilia Occidentale la resa di 500 quintali può oltretutto favorire la sofisticazione del vino e anche per questo va abbassata.
“Condivido sia un limite eccessivamente elevato – ha detto la sottosegretaria Pesce rispondendo all’interrogazione parlamentare proposta dal deputato Antonio Lombardo (M5S) – per quanto bisogna ricordare che era stato condiviso con l’intera filiera vitivinicola. Una modifica al ribasso pertanto può essere valutata positivamente, anche alla luce della tendenza in atto a puntare sempre più sulla qualità”.

La sottosegretaria Pesce, rispondendo all’interrogazione parlamentare, ha poi detto che la strada della distillazione di crisi per smaltire l’eccessivo prodotto presente nelle cantine – che non era stata comunque chiesta dalla Cia Sicilia Occidentale – non è una strada percorribile” perché oltretutto solleverebbe “obiezioni in sede di Unione europea”. Sul fronte dei controlli antisofisticazione, sollecitati con forza sempre dalla Cia Sicilia Occidentale, infine, il governo ha assicurato che anche per quest’anno l’Icqrf “un livello di attenzione particolarmente elevato”.
 

Le giacenze al 31 maggio

Tra le province di Trapani e Palermo al momento c’è un ammasso di vino comune - oltre 532mila ettolitri - che non trova sbocchi commerciali se non a prezzi stracciati, ben al di sotto della metà della media registrata negli ultimi anni. Secondo Cantina Italia, il bollettino tenuto dall’Istituto centrale per la qualità e repressione frodi, in Sicilia al 31 maggio 2019, solo i soggetti obbligati alla tenuta dei registri telematici hanno in giacenza qualcosa come oltre 807mila e 700 ettolitri di vino comune, pari a più del 6,80% del totale nazionale delle giacenze, calcolato in oltre 11,8 milioni di ettolitri, e con situazioni ben peggiori in regioni come la Puglia - attestata ad oltre 1,6 milioni di ettolitri in giacenza, Emilia Romagna con 3,3 milioni, Veneto 1,8 milioni, Piemonte oltre 1 milione di ettolitri.

La posizione della Cia Sicilia Occidentale
“Il ministro per Politiche agricole Centinaio ha dato la disponibilità ad abbassare questa quota, è una dichiarazione di intenti che ci lascia soddisfatti, ma aspettiamo adesso che vengano fatti i decreti che permettano al comparto vitivinicolo siciliano di potere sopravvivere”, ha dichiarato Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale.