Questo è l’obiettivo del master universitario di primo livello "Vini italiani e mercati mondiali", organizzato dalla Scuola superiore Sant’Anna in collaborazione con l’Università di Pisa, l’Università per stranieri di Siena e l’Associazione italiana sommelier, Ais.
Dopo il successo delle scorse edizioni, con ottimi tassi di placement per gli allievi, si sono aperte le iscrizioni per l’anno accademico 2017-2018, che si chiudono il 10 ottobre 2017.
Il corso prevede 400 ore di formazione in aula e 450 ore di stage presso aziende e imprese del settore della produzione, della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, del marketing e dell’export dei prodotti enologici.
Gli "ambasciatori del vino italiano" che si formeranno saranno specialisti su temi che riguardano la conoscenza dei vini italiani, dei territori che li producono e dei risvolti qualitativi, culturali, socio-economici e commerciali.
Gli ambasciatori di uno degli aspetti che caratterizza e che rende unico il made in Italy saranno in grado di promuovere e di contribuire alla diffusione dei vini italiani, grazie alla conoscenza delle caratteristiche e delle tendenze dei mercati mondiali e dei consumatori internazionali.
Il corso si pone di formare una figura professionale in grado di promuovere sui mercati mondiali consolidati come Stati Uniti, Germania, Regno Unito sia quelli in espansione (ad esempio Cina, Corea, Russia), con un particolare focus su paesi emergenti dal punto di visto del consumo del vino come possono essere l’India e il Messico e alcune aree dell’Africa e del Sud-Est asiatico.
"Quando è stata attivata la prima edizione l’Italia aveva da poco superato la soglia dei 5 miliardi di euro di export di vino - commenta il direttore del master Pietro Tonutti -. Negli ultimi due anni si sono verificati due fatti importanti: l’Italia ha raggiunto la leadership produttiva a livello mondiale con una produzione di 50 milioni di ettolitri del 2016, che rappresentano il 19 per cento della produzione mondiale; ha anche ulteriormente incrementato il valore complessivo dell’export per un valore che si è avvicinato ai 6 miliardi di euro".
"Questo trend positivo sembra destinato a consolidarsi nel tempo - continua Tonutti -. Anche a causa della diminuzione dei consumi interni, l’export del vino rappresenta un fattore di assoluta importanza per il settore enologico nazionale con positive ripercussioni su altri aspetti collegati come il turismo e la promozione complessiva del made in Italy. Da queste considerazioni la necessità di formare figure professionali in grado di accompagnare, gestire e implementare questo processo in stretta sinergia con il mondo produttivo”.
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Fonte: Scuola Superiore Sant'Anna