Un passo avanti. Nel senso, un altro. Un crescendo continuo di adesioni, consensi, afflussi di pubblico e clienti.

Giunto ormai alla quinta edizione, il Mercato dei Vini ha toccato il tetto dei seimila visitatori. Facile prevederlo, vista l'impossibilità di trovare un parcheggio nel raggio di 300 metri dall'ingresso. Il weekend del 28-29 novembre è stato per giunta sereno e a tratti soleggiato, aspetto che ha favorito ulteriormente l'affluenza al contrario di qualche edizione passata funestata purtroppo da freddo e nevischio.

Saliti anche a 330 gli espositori presenti, un'ottantina in più rispetto al passato, mentre sono state oltre duemila le etichette proposte. Migliorata anche la parte logistica interna, con una maggiore disponibilità di carrelli "della spesa", tallone d'Achille dell'edizione precedente.

In occasione del Mercato sono anche state consegnate le targhe Fivi a nove nuovi punti cosiddetti "di affezione", saliti così a 23 fra enoteche e ristoranti in tutta Italia che propongono in modo particolare i vini dei vignaioli indipendenti e che possono esporre lo stemma dell'associazione.
 

Omologazione, no grazie

La Federazione italiana vignaioli indipendenti, in acronimo Fivi, è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla Fivi solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: il vignaiolo aderente a Fivi deve coltivare le proprie vigne, imbottigliare il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Deve inoltre vendere tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta.

Attualmente sono poco meno di mille i produttori associati, raccolti in tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10 mila ettari di vigneti e 70 milioni di bottiglie commercializzate, facendo segnare un fatturato complessivo superiore a 600 milioni di euro, di cui 250 esportati. Circa gli indirizzi colturali, i vigneti sono condotti per il 49% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41% secondo la viticoltura convenzionale. Una dicitura che però è destinata a sparire, in quanto ormai, fra integrato volontario e obbligatorio, nessuno potrà più essere chiamato dispregiativamente "convenzionale".

E su questo punto va fatta una doverosa chiosa. Durante gli incontri interni sono comparse proposte di far divenire Fivi una sorta di dependance del biologico. In altre parole, c'è chi ha proposto di sposare solo questo tipo di pratica agricola. Per fortuna, la genetica indipendente dell'associazione ha avuto la meglio. Di associazioni biologiche ve ne sono infatti già diverse. Fare i vignaioli, per giunta indipendenti di cuore e di testa, va infatti oltre il mestiere e il marketing, per diventare arte, cultura, professionalità e dedizione. Non può e non deve quindi cadere nel tranello dell'omologazione, qualsiasi essa sia. Biologico et similia inclusi.

Il vino prodotto da vignaioli appassionati è sicuramente buono e prodotto da uve che sono state coltivate e protette con attenzione e rispetto di regole precise e dell'ambiente. Di altro non c'è bisogno.
Che quindi questi vini siano accomunati da uno e un solo denominatore: la festa che nasce alla cavatura del tappo e al gorgoglio nei bicchieri.

E che le omologazioni divisive, le strizzatine d'occhio ai business fatti talvolta più d'immagine che di sostanza, le si lasci ad altri. O fra dieci anni ci vorrà un altro manipolo di coraggiosi sognatori a fondare una nuova associazione di simpatici anarchici innamorati delle proprie vigne e cantine.
Tenete quindi duro e stoppate sul nascere ogni potenziale devianza o compromesso. Altrimenti, che "indipendenti" sareste?

In questo panorama vitivinicolo fin troppo urlato, conteso, litigioso, siete troppo preziosi per contaminarvi con posizioni che con i vostri scarponi da lavoro e i vostri calli nelle mani hanno poco a che vedere. Un abbraccio. E alla prossima edizione.