Otto mesi di ritardo per stilare le graduatorie sui bandi multiregionali dell'Ocm Promozione. A tanto ammonta il ritardo del Mipaaf rispetto alla tabella di marcia dei paesi competitor dell'Italia nel settore vino. Lo sostengono in una nota congiunta l'Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio in una nota congiunta. Insieme le due realtà rappresentano 31 imprese italiane del comparto vino per un fatturato globale di 1,3 miliardi di euro e il 15% dell'export complessivo italiano di settore. Si parla inoltre di tagli lineari nell'ordine del 50%, che potrebbero così gravare su progetti già approvati.

Saremo pure una superpotenza del vino nel mondo – spiega la nota – ma purtroppo sulla gestione dei fondi comunitari legati alla promozione del nostro made in Italy enologico stiamo facendo una ben magra figura”.

L'Istituto Grandi Marchi e Vino Consorzio attaccano specialmente la cattiva gestione delle Regioni, con il rischio di dover restituire contributi a Bruxelles. Un film già visto insomma. In assenza del bando nazionale, 36 operatori italiani del settore hanno presentato le proprie proposte di cofinanziamento a valere sul plafond multiregionale. Le Regioni, però, non hanno solo disatteso la norma, ma in alcuni casi hanno anche incentivato i progetti con finanziamenti a pioggia, con un ammontare impegnato superiore al plafond di risorse disponibili.

Il risultato lo si vedrà tra pochi giorni con la pubblicazione dei beneficiari - continua la nota –. Il ministero, anzichè biasimare un operato delle Regioni palesemente 'contro legge', il 29 luglio ratificava questa inadempienza, dichiarando, senza averne contezza, 'ammissibili e finanziabili' tutti i programmi multiregionali proposti. Salvo poi dare un bella lenzuolata prima con il declassamento finanziario di fine luglio, poi con un ulteriore restringimento del plafond determinato dal disimpegno di 1 milioni di euro, il tutto motivato dalla constatazione del minore stanziamento messo a disposizione delle Regioni. Da qui il taglio di fondi di promozione per circa il 50% sui progetti approvati”.

Ci sentiamo beffati – concludono i due raggruppamenti di imprese – perché nonostante i recenti richiami della Corte dei Conti e della Commissione Ue si persevera nella gestione poco fruttuosa di fondi ritenuti strategici del settore per una crescita, quella sui mercati esteri extra Ue, su cui in tanti sono pronti a scommettere, a partire dall'attuale Governo”.