+235% Europa, +273% mondo: sono questi i dati relativi allo sviluppo registrato dalla viticoltura biologica nel periodo 2002/2013.

E’ quanto emerge dall’analisi Wine Monitor – Nomisma su dati Fibl predisposta in occasione di Vinitaly 2015.

La viticoltura biologica dell’Unione Europea rappresenta il 78% della superficie bio (per l’Europa non sono disponibili i dati per Estonia, Finlandia e Regno Unito). Nel mondo il 4,6% della superficie vitata è bio; nella Ue l’incidenza sale al 7,6%. La graduatoria per Paese rileva al primo posto il Messico (con uno share del 15,9%), seguito dall’Austria (10,1%). L’Italia è al terzo posto (con il 9,8%) precedendo Spagna (8,9%), Francia (8,5%), Nuova Zelanda (7,2%), Germania (7,1%), Repubblica Ceca (6,4%), Bulgaria (5,0%) e Grecia (4,8%)
Nel 2009 l’Italia ha perso il primato delle superfici vitate bio (oggi sono poco meno di 68 mila gli ettari); guida la Spagna (poco meno di 84 mila ettari nel 2013). Considerando l’orizzonte temporale 2003-2013 il Paese iberico presenta una crescita del +410% mentre l’Italia del +114% e la Francia del +297%.

Spostando l’obiettivo sulla superficie a vite biologica per regione, in Italia guida la Sicilia (25 mila ettari nel 2013; +61,5% rispetto al 2011; 37% delle superfici bio in Italia), seguono la Puglia (10.604 ettari, +32,5%) e la Toscana (8.748 ettari, +73,7%).

La Survey 2015 Wine Trend Italia di Wine Monitor– Nomisma fa il tracking dell’interesse del consumatore italiano nei confronti del vino a marchio bio.
La presenza di un marchio bio è il primo criterio che guida le scelte di un vino per il 4% dei consumatori italiani.
Nel 2015 il tasso di penetrazione del vino bio è in netta crescita: il 16,8% degli italiani (18-65 anni) ha consumato, in almeno una occasione, in casa o away from home, un vino a marchio bio. Balzo importante se si pensa che nel 2013 il consumo di vino bio coinvolgeva il 2% della popolazione e nel 2014 11,6%. 

Il successo e l’interesse nei confronti del vino bio sono legati all’ottimo posizionamento in termini di qualità, percepita superiore rispetto ai vini convenzionali dal 49% dei consumatori (un ulteriore 45% giudica la qualità dei 2 prodotti identica). Tale valutazione diventa ancor più forte tra chi consuma vino bio: il 68% degli user considera superiore la qualità dei vini a marchio bio.

Quali strade per incrementare ancor di più notorietà e successo dei vini bio? Per maggiori informazioni e ulteriori dati leggi l'approfondimento sul sito di Nomisma.

Confeuro: "Biologico strada virtuosa"
"I dati forniti confermano quanto sia importante investire sulla qualità delle produzioni agricole per uscire dalla crisi e per rilanciare l'economia nazionale".
A dirlo il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso, che aggiunge: "I cittadini italiani sono rinomatamente dei consumatori attenti che, se posti nelle condizioni di spendere, preferiscono arricchire la propria tavola con produzioni agricole di riscontrata genuinità. E' quindi compito del Governo, al quale offriamo tutto il nostro supporto, predisporre delle misure in grado di incentivare e premiare tutti quegli operatori agricoli capaci di distinguersi in tal senso e che, nonostante il difficile momento economico, non cessano di mantenere alto il prestigio agroalimentare italiano".