"Il Padiglione dell’esperienza vitivinicola italiana racconta un comparto che più di altri ha espresso la potenza del settore agroalimentare italiano. Penso sia una chiave di lettura straordinaria per spiegare quanto forte è l’Italia nel mondo se fa l’Italia e quindi se produce con qualità all’incrocio fra tradizione e innovazione. Un saper fare che il settore vitivinicolo italiano ha saputo interpretare alla perfezione in questi anni. Per questo il vino è l'ambasciatore del Paese in vista di e oltre Expo 2015. Il Padiglione sarà il racconto della potenza straordinaria della cultura enologica, delle produzioni, della biodiversità e della straordinaria varietà della vitivinicoltura italiana. Fuori dai confini italiani, quando si racconta questo universo la prima reazione è di incredulità e di grande fascino.
Il Comitato scientifico ha fatto un buon lavoro, così come Veronafiere con Vinitaly e il ministero. Ora entriamo nella seconda fase, non meno importante, che è legata al rapporto con tutti i territori, con tutte le esperienze vitivinicole italiane, con una grande partecipazione, da Nord a Sud, dell’Italia enologica
".

Lo ha dichiarato lo scorso 11 ottobre il ministro delle Politiche agricole alimentare e forestali, Maurizio Martina nel corso della tappa di Bergamo (nella sede di Confindustria), dedicata a Luigi Veronelli, del roadshow “Vino – A Taste of Italy” per la presentazione sul territorio del progetto del Padiglione dell’esperienza vitivinicola ad Expo 2015.

"La passione, la competenza e la visione lungimirante di Luigi Veronelli hanno sempre caratterizzato il suo approccio umano e professionale al settore del vino. Un esempio che, con umiltà, abbiamo sempre tenuto presente nell’elaborare il progetto del Padiglione del Vino ad Expo 2015 che, idealmente, vuole continuare la narrazione e la promozione di un mondo, come quello enologico, che prima di tutto è storia, cultura e tradizioni di terre e popoli", ha sottolineato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

"Sono contento della scelta di presentare oggi a Bergamo questa tappa del RoadShowha detto Giorgio Gori, sindaco di Bergamo –, e soprattutto che sia stata dedicata a Veronelli, pioniere e artefice del fare cultura enologica. Il Padiglione del Vino colma una lacuna iniziale di Expo con un progetto di grande spessore. Nei prossimi mesi è nostra intenzione fare di Bergamo una sorta di fuori salone con una mostra su Veronelli, l’esposizione al Monastero di Astino della sua collezione di 50mila bottiglie e un’iniziativa per portare nel centro storico della città una selezione di cento vini di cento diversi vitigni in collaborazione con l’Enoteca Italiana di Pollenzo".

"Veronelli ha avuto il merito di far prendere al mondo della produzione e ai consumatori la consapevolezza di una storia importante qual è quella del vino italiano – ha commentato Gian Arturo Rota, presidente del Comitato decennale Luigi Veronelli –. Una storia millenaria, fatta di tante realtà sulle quali gioca il grande primato dell’Italia, che è un Paese unico per differenze, prodotti e cultura. Proprio la parola 'cultura' è associata a Luigi Veronelli perché, con la sua testimonianza e il suo lavoro, è riuscito a infondere nel vino quegli elementi della civiltà italiana che permettono oggi di considerarlo, insieme al cibo, non più argomento di serie B".

"Questo Padiglione racconta una storia che dura da millenni – ha evidenziato Italo Rota, architetto e direttore artistico del progetto Padiglione del Vino Italiano – ed è una struttura pensata e realizzata per dare un grande futuro al vino italiano. La narrazione all’interno si svolge durante il ciclo di vita annuale del vino, da quando germoglia la vite fino all’imbottigliamento e poi al consumo. Il vino è un’immagine, ma si deve poter anche sentirne il profumo, gustarlo e toccarlo. È per questo che gli spazi del Padiglione implicano l’utilizzo di tutti i cinque sensi".

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