“L’aver escluso dal Sistri i produttori di rifiuti pericolosi derivanti da attività agricole e agroindustriali con meno di dieci dipendenti e (indipendentemente dal numero dei dipendenti) gli enti e le imprese di cui all’art. 2135 del Codice civile che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito dei circuiti organizzati di raccolta, è un segnale – ha osservato Agrinsieme - fortemente positivo. Si permette così - ha concluso il coordinamento - di proseguire, da una parte nel percorso di semplificazione nella gestione dei rifiuti e, dall’altra, di valorizzare i sistemi virtuosi esistenti, legati al concetto dei circuiti organizzati di raccolta. Il settore agricolo non si esime dalla tracciabilità dei rifiuti, ma ha necessità che la stessa sia adattata alle esigenze operative dell’attività”.
Il presidente della Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, Leonardo Bolis, ha inviato una lettera al ministero dell’Ambiente, affinché le imprese di meccanizzazione agricola siano equiparate a quelle agricole sottolineando la necessità di "Estendere la semplificazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri, applicata alle imprese agricole, anche a quelle agromeccaniche".
"Anche perché - ha dichiarato Bolis -, molto spesso, i rifiuti prodotti sono del tutto identici, dai fitosanitari agli oli esausti dei trattori. Un’applicazione diversa della norma di cui ieri è stato emanato il primo decreto attuativo sarebbe palesemente contraria al principio di equità sancito dalla Costituzione".
"L’attività agromeccanica è classificata come agricola – afferma Enzo Cattaneo -, segretario alla presidenza di Confai – motivazione per cui non possono non essere riconosciute anche ai contoterzisti agrari le semplificazioni previste per le imprese agricole”.
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Fonte: Agronotizie