La gestione degli stress ambientali è il primo vantaggio dell'uso dei biostimolanti. In un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno notevolmente accentuando questi stress (alte temperature, siccità, salinità) i biostimolanti possono rappresentare un grande aiuto e una soluzione efficiente e sostenibile.
Ricercatori e aziende lo sanno ed è per questo che anche quest'anno si è tenuta la Biostimolanti Conference 2022 giunta alla terza edizione organizzata dall'Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura (Arptra) e da Fruit Communication, con il patrocinio della Società Orticola Italiana (Soi). Fertilgest®, la banca dati dei fertilizzanti, dei concimi e dei substrati che insieme ad AgroNotizie fa parte del network di Image Line, è stato content partner dell'evento.
La Biostimolanti Conference 2022 si è tenuta in due giornate (2 e 3 marzo 2022) suddivise in quattro sessioni a seconda della coltura di riferimento. La prima sessione e la seconda sessione sono state dedicate rispettivamente a pomodoro e orticole e ai seminativi; in questo articolo verrà trattata la terza sessione moderata da Luca Guerra, sul tema "Fruttiferi e olivo".
Fruttiferi e biostimolanti: gli studi su olivo, vite, melo e fragola
Olivo
Ci sono circa 800 milioni di alberi di olivo nel Mondo, 60 milioni solo in Puglia e 5 milioni di questi sono monumentali. Luca Sebastiani della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha parlato degli attuali problemi dell'olivo legati agli stress ambientali. Per fortuna è una pianta molto rustica e tollerante soprattutto a stress idrici e salini. È in grado di resistere a lunghi periodi di siccità sopravvivendo in zone con limitate precipitazioni annuali; possiede diversi meccanismi diretti e indiretti per rispondere agli stress abiotici, i tricomi delle foglie, per esempio, limitano la perdita di acqua e riducono l'assorbimento di sostanze inquinanti; la fotosintesi è attiva anche a bassi valori di conduttanza stomatica.
L'olivo, inoltre, è una pianta con una elevata plasticità. Le cultivar possiedono diversi gradi di suscettibilità e la ricerca sta attualmente studiando tutti i meccanismi di resistenza proprio per distinguere le tolleranze nelle varietà. Per esempio, per quanto riguarda lo stress idrico la cultivar Leccino è più suscettibile rispetto alla cultivar Frantoio. I ricercatori sono interessati anche a comprendere gli aspetti legati alla produzione di olio utilizzando la genetica e studiando quindi come viene modificata la trascrizione di alcuni geni in risposta agli stress. Per esempio, durante uno stress salino il sodio si accumula nelle olive ma solo in una fase specifica, inoltre a concentrazioni contenute è benefico perché aumenta l'acido oleico nel frutto.
Vite
Carlo Andreotti della Libera Università di Bolzano ha presentato diversi studi fatti su vite e fragola impiegando biostimolanti per la gestione degli stress idrici e nutrizionali.
Su vite lo stress idrico diminuisce la crescita della pianta e la produzione finale. Le ricerche fatte sostengono che i biostimolanti possono migliorare o addirittura aumentare la risposta di adattamento della vite allo stress. Per esempio, i biostimolanti inducono un aumento di osmoliti e la risposta antiossidante e determinano valori superiori di conduttanza stomatica nelle piante. Prodotti biostimolanti come micorrize, estratti d'alga e a base di silicio, utilizzati in trattamenti pre stress, sono in grado di rallentare l'instaurarsi dello stress idrico e ne favoriscono la fuoriuscita.
Fragola
I sistemi di produzione fuori suolo richiedono un controllo particolarmente accurato dell'apporto di nutrienti, controllo difficile soprattutto per le aziende bio che non possono usare fertilizzanti minerali. I biostimolanti possono essere di grande aiuto nella mitigazione di stress nutrizionali nelle colture fuori suolo di fragola. Nello studio presentato dal professor Andreotti le piante di fragola sono state trattate sette volte durante il ciclo produttivo a partire dalla prefioritura fino alla maturazione del frutto con diversi prodotti biostimolanti (acidi umici, idrolizzato di erba medica, macroalghe, estratto e idrolizzato di microalghe, amminoacidi da soli o in combinazione con zinco, vitamine del gruppo B, chitosano e un prodotto commerciale contenente silicio).
Molti di questi prodotti hanno promosso l'accumulo di biomassa nelle radici e nei frutti e hanno aumentato la superficie fogliare totale dal 15% al 30%. La resa finale delle bacche è stata trovata circa il 20% in più nelle piante trattate con chitosano e silicio. Il trattamento con chitosano ha inoltre aumentato la compattezza della polpa (del 20%) e aumentato il valore nutritivo. I risultati dimostrano che i biostimolanti selezionati possono essere considerati un valido strumento agronomico in grado di contrastare le conseguenze negative della coltivazione di colture in condizioni nutritive insufficienti.
Melo
Di melicoltura ne ha parlato Sebastian Soppelsa del Centro di Sperimentazione Laimburg di Bolzano. L'Alto Adige è il principale distretto melicolo d'Italia, rappresentando circa il 65% del totale nazionale e il 10% della produzione Ue (Faostat 2017, Istat 2017). Circa il 10% della superficie del meleto in Alto Adige è coltivata in biologico e circa un terzo di tutto le mele biologiche in Europa vengono raccolte in questa provincia. Per sostenere la crescita e la redditività delle aziende biologiche è importante implementare il settore con nuovi mezzi agroecologici, come i prodotti biostimolanti.
È stato presentato uno studio sullo squilibrio nutrizionale di calcio nelle mele. Normalmente per risolvere questo problema si applica a livello fogliare cloruro di calcio ma l'efficacia di questa approccio spesso non è soddisfacente. In questa ricerca è stata testata l'efficacia di un'applicazione di calcio, spruzzato sulle chiome degli alberi, in combinazione prima con un prodotto commerciale contenente zinco e silicio o poi con un estratto di alghe.
L'estratto di alghe ha aumento la qualità della mela esaltandone la colorazione rossastra e potenziando la concentrazione finale di antociani della buccia dei frutti. Entrambi i biostimolanti hanno ridotto del 20% l'incidenza del disturbo fisiologico e hanno aumento la concentrazione di nutrienti (calcio, zinco e manganese) nella buccia delle mele.
Un altro esperimento è stato condotto per due stagioni consecutive (anni 2016 e 2017) in un meleto biologico della cultivar Jonathan. Sono stati testati diversi biostimolanti (10 in totale), tra cui acidi umici, estratti di macro e micro alghe, proteine di erba medica, aminoacidi con e senza zinco, vitamine, chitosano e un prodotto commerciale contenente silicio. I trattamenti sono stati eseguiti a cadenza settimanale a partire da fine maggio fino a metà agosto. L'estratto di macroalghe ha aumentato la crescita degli alberi entrambi gli anni. Trattamenti con estratto di macroalghe, vitamine del gruppo B e proteine dell'erba medica hanno migliorato l'intensità del colore rosso delle mele al momento della raccolta. Inoltre, è stata valutata l'incidenza dei disturbi fisiologici: l'applicazione di aminoacidi più zinco è stata efficace nel ridurre l'incidenza del "Jonathan spot", il principale disturbo post-raccolta delle mele.
Le proposte delle aziende
Agriges: l'azienda ha presentato Cynoyl Z Special che unisce e potenzia l'azione degli estratti vegetali e degli estratti algali con lo zolfo. Questo prodotto è in grado di stimolare l'uniformità di germogliamento e di fioritura e la crescita vegetale. Cynoyl Z Special è caratterizzato dalla tecnologia di produzione Ryzea che rende altamente efficace l'azione dello zolfo e delle componenti naturali migliorandone la distribuzione sulle superfici vegetali e l'assimilazione attraverso la foglia.
Upl: ben quattro prodotti biostimolanti a base di GoActiv, il filtrato d'alga Ascophyllum nodosum. Bm86 migliora lo stato nutrizionale della pianta e grazie all'azione veicolante migliora l'assorbimento ed il trasferimento degli elementi nutritivi all'interno della pianta. Calibra stimola la moltiplicazione cellulare aumentando la redditività delle colture e assicurando uno sviluppo superiore dei frutti. Vivaflor Plus ottimizza la fisiologia della vite nelle fasi di formazione e di sviluppo del grappolo, ne stimola l'allungamento e la fioritura. Dionyfer previene e recupera fenomeni di clorosi ferrica.
Fertenia: l'azienda commercializza oltre venti prodotti che detengono la certificazione internazionale Ecocert e circa novanta prodotti consentiti in agricoltura biologica. Tra questi ci sono sia biostimolanti fogliari che radicali in grado di stimolare la radicazione e migliorare le performance post trapianto e l'efficienza d'uso dei nutrienti, ottimizzare la crescita, la fioritura e l'allegagione e aumentare la tolleranza agli stress abiotici.
Alzchem: Kelpak è a base dell'alga bruna Ecklonia Maxima. Per la sua estrazione non vengono usate sostanze chimiche e nemmeno fonti di calore; l'azienda ha brevettato un metodo di estrazione tutto suo che consente di ottenere le sostanze biologicamente attive. Il prodotto migliora la germinazione e la crescita del tubetto pollinico e riduce i sintomi da stress abiotici come scarsa nutrizione, carenza di acqua ed eccesso di acqua e salinità.
Xeda: Megastim è un idrolizzato proteico fluido completamente di origine vegetale ad alto contenuto di aminoacidi liberi, vitamine e microelementi chelati. Con questo prodotto la pianta non ha bisogno di rompere i legami peptidici per rendere liberi gli amminoacidi quindi c'è un grande risparmio energetico su tutti i processi di sintesi proteica, enzimatica e zuccherina.
AlgaEnergy: l'azienda propone una linea di biostimolanti agricoli composti da biomassa di microalghe, Agrialgae. Le microalghe sono coltivate in bioreattori e non raccolte nei mari come le macroalghe, hanno un contenuto proteico elevatissimo (50-60%) e sono caratterizzate da un profilo completo di amminoacidi levogiri.
Euro Tsa: CO2 Foliar Fertilizer è un concime a base di carbonato di calcio in grado di prevenire e curare le carenze di calcio nella pianta. Microphyt Plus è una soluzione naturale agli stress abiotici. Vigor Green è un concime in cui si combinano diverse sostanze di origine vegetale con l'azoto che stimola le piante a promuovere la crescita durante le fasi fenologiche più importanti come la fioritrura, l'allegagione e l'ingrossamento del frutto. Natural Force è un concentrato proteico fluido completamente di origine vegetale ad alto contenuto di amminoacidi liberi.
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