L'anomala primavera di quest'anno, caratterizzata dalle abbondanti precipitazioni e dalle basse temperature, ha creato una situazione che preoccupa il settore vitivinicolo. L'apparato radicale delle viti sta infatti facendo i conti con un terreno esageratamente umido per le abbondanti precipitazioni di maggio, mentre la vegetazione appare in sofferenza per le basse temperature fin qui registrate. Tutto ciò ha provocato il ritardo di un paio di settimane dello stato fenologico rispetto al periodo di germogliamento.
L'incontro, organizzato da Veneto Agricoltura, con Regione, Arpav, Crea-Ve e UniPd e rivolto soprattutto ai produttori, analizzerà non solo il rapporto negativo che si è venuto a creare tra l'andamento climatico e la viticoltura, ma soprattutto quale tipo di viticoltura è ancora possibile praticare di fronte a stagioni piovose come quella di quest'anno.
Programma
Francesco Rech del Servizio meteorologico dell'Arpav farà il punto sull'andamento meteo registrato nel Veneto nel corso del primo semestre dell'anno; a seguire, Luisa Mattedi, della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (Tn), parlerà delle conoscenze attuali e delle prospettive future della gestione biologica del vigneto, anche alla luce delle nuove normative europee che dimezzano la quantità di rame utilizzabile per ettaro.Questo tema sarà poi approfondito con la presentazione di un'esperienza diretta, quella di Christian Marchesini, produttore in Valpolicella, che spiegherà se oggi è ancora possibile gestire un vigneto in conduzione biologica.
Infine, Andrea Battistella del Consorzio di tutela Prosecco Doc farà il punto sulla gestione della produttività in vigneto nel rispetto dei disciplinari, mentre Diego Tomasi del Crea-Ve di Conegliano analizzerà lo stato vegetativo del vigneto veneto di fronte all'andamento di questa primavera.
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Fonte: Veneto Agricoltura