Il ministero dell’Agricoltura spagnolo ha firmato il 13 aprile 2016 a Pechino un accordo per aprire il mercato cinese alle pesche, nettarine e susine spagnole. L’intesa prevede la definizione dei requisiti fitosanitari dei frutti, la supervisione della qualità, le modalità d’ispezione e di quarantena. Si chiude così un lungo processo di negoziazione tra Spagna e Cina, ma che apre grandi opportunità per i produttori iberici. 

“L’accordo è d’importanza strategica - spiega Fepex in una nota -, perché apre ad uno dei mercati più interessanti e di maggiore potenziale al mondo. Reso ancora più interessante dal fatto che è praticamente chiuso alle importazioni di altri Paesi europei. La Spagna infatti è il primo Stato Ue ad ottenere l’autorizzazione dall’Aqsiq per le drupacee".

L'inizio delle esportazioni è ora in attesa della visita degli ispettori dell’Aqsiq in Spagna, per controllare in modo definitivo che tutte le strutture coinvolte siano conformi ai requisiti richiesti. In modo particolare saranno poste sotto la lente d’ingrandimento le aziende agricole e le aziende legate alla catena del freddo. La visita degli ispettori cinesi è prevista per la fine di maggio o per l'inizio di giugno. In questo modo Fepex prevede di poter iniziare le esportazioni di frutti spagnoli già in questa campagna. 


"Segnaliamo comunque - continua Fepex - che ad oggi le importazioni cinesi di drupacee sono estremamente limitate: 17.137 tonnellate di susine dal Cile, Nuova Zelanda e negli Stati Uniti e 74 tonnellate di pesche e nettarine dall’Australia (Fonte dati Fao). Riteniamo che con l'apertura del mercato cinese, si sia raggiunto uno degli obiettivi dell’internazionalizzazione del settore alimentare spagnolo, in modo tale da migliorarne la competitività, aprire nuove opportunità di reddito e aumentarne il valore”.

Ma cosa rappresenta per l'Italia?
"Non prevedo che l’accordo Spagna-Cina abbia ricadute immediate sul mercato italiano o sul risultato dei nostri peschicoltori nel breve periodo - commenta Cristian Moretti, direttore della cooperativa Agrintesa - Il vero problema è che i nuovi mercati andrebbero aperti come Ue e come sistema unico di Paesi. Visto che è la stessa Europa che definisce e regola l’import e l'export di nuovi e vecchi prodotti. Sicuramente la Spagna ha raggiunto un accordo strategico per il futuro, che aiuterà a migliorare gli scambi e le relazioni con la Cina. L’Italia ancora una volta arriverà 'dopo' e questo ci deve far riflettere".
"L'accordo è sicuramente interessante -
commenta Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit -. La Spagna si apre così un'ottima possibilità commerciale. I quantitativi al momento non saranno elevati e questo non sposterà gli equilibri oggi presenti. Mi sembra però prematuro dare giudizi sull'impatto che potrà avere sul mercato italiano. L'esperienza passata del kiwi ci insegna. L'Italia però ha perso un'altra occasione d'arrivare prima e questo ci costringerà a rincorrere".