Dalla genetica, alla protezione, alla tecnica agronomica: molte le innovazioni messe in campo da Syngenta per la tappa veneta di CerealPlus 2.0 e condivise con i 150 operatori presenti ad Arquà Polesine (Rovigo).
E non di solo grano… la visita in campo inizia entrando nelle parcelle dedicate ai nuovi fungicidi, prosegue con la presentazione delle nuove varietà di frumento tenero e termina con l'anteprima italiana dell'esclusiva Syngenta: i primi orzi ibridi.
Guida il tour lo staff di Syngenta composto da Alfredo Bernard, field campaign area manager (nord est); Bruno Barbonaglia, portfolio manager cereali e riso; Dario Manuello, field crop expert cereali e riso. Nella foto riportata sotto sono insieme a Stefano Stocco, responsabile dell'Azienda agricola Suriani, il primo ad ospitare i tre ibridi della linea Hyvido.
Cos'è un orzo ibrido?
Gli orzi ibridi sono il frutto di un incrocio genetico tra diverse piante con caratteri genetici differenti. Questo processo, sfruttando il fenomeno dell'eterosi, permette di ottenere piante con elevate caratteristiche agronomiche superiori ai parentali stessi."Hyvido è il brand di Syngenta che identifica la nuova tecnologia degli orzi ibridi" segnala Manuello. "Grazie alle moderne metodologie di produzione del seme, Syngenta è l’unica società in grado di fornire in esclusiva ai cerealicoltori italiani questa innovazione nel campo della coltivazione dell’orzo."
Gli orzi Hyvido sono esaploidi, creati per l'alimentazione del bestiame, la produzione di paglia e l’utilizzo nel settore delle biomasse (biogas).
I test in campo hanno dimostrato la possibilità di ottenere un aumento del 70% nello sviluppo dell'apparato radicale e del 30% in termini di efficienza idrica oltre ad un migliore assorbimento dell'azoto.
"Quando parliamo di Hyvido, intendiamo l'unione della semente con il protocollo di coltivazione elaborato da Syngenta" sottolinea Barbonaglia "Protocollo che comprende l'applicazione dell'erbicida Axial, una corretta concimazione fuori dall'inverno con un'applicazione di nitrato, il trattamento fungicida con Amistar Xtra e la protezione insetticida in un timing perfetto per avere il massimo della produttività." I risultati: "un aumento di produzione fino al 20% ma soprattutto una stabilità della stessa nel corso degli anni".
"Hyvido diventa quindi una coltura da reddito" conclude Manuello. "Gli ibridi a disposizione saranno Volume, ideale per terreni con massima fertilità e disponibilità idrica, pensato per l'area a nord del Po e pedemontana. Per Pianura Padana ed il centro-nord Italia è disponibile l'ibrido "all terrain", con la massima adattabilità ai vari tipi di terreno, Sy Boogy, caratterizzato da elevato indice di biomassa e indicato per un massimo rendimento nella produzione di biogas. In particolare per Emilia-Romagna e Marche, è proposto Tatoo, dotato di spiccata rusticità, valida alternativa al mais in zone non irrigue.
Le opinioni di produttori e distributori
Leggile dopo la foto dell'orzo ibrido - linea Hyvido
"Syngenta è pronta e lo dimostra con queste manifestazioni, con i suoi ibridi e con i programmi di difesa ed i protocolli che mette in atto" commenta Francesco Merlo de La Veneta Agricola di Ospedaletto Euganeo (Pd), distributore di mezzi tecnici per l'agricoltura. "Il nostro ruolo di distributori è impegnativo: occorre informare correttamente gli agricoltori in merito alla strada corretta da seguire per uscire dall'empasse in cui spesso si trovano, investendo per massimizzare le rese delle colture."
"Questi orzi sono stupendi. Hanno fatto quello che nessuno si aspettava potessero fare." Stefano Stocco parla della sua esperienza nell'azienda Suriani che ospita l'anteprima nazionale di Hyvido. "Consideriamo che quest'anno è eccezionale e questi ibridi hanno fatto la differenza. Nel prossimo anno faremo senza ombra di dubbio un grosso investimento in queste produzioni. L'investimento è da considerare in tutte le sue fasi: innanzitutto perché ti dà la possibilità di un secondo raccolto e soprattutto questo tipo di orzo ha una marcia in più rispetto al tradizionale".
Ora non resta che attendere le "impressioni di settembre", quando le sementi di orzo ibrido saranno a disposizione degli agricoltori.
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Autore: Cristiano Spadoni