Diamo la consueta occhiata ai mercati agricoli mondiali. Cominciamo con le dolenti note, ovvero con i cereali.

Per il frumento tenero le borse da mesi sono state declinanti per effetto della forte offerta e della debole domanda: in Russia come negli altri Paesi europei forti produttori, le raccolte e gli stock sono particolarmente abbondanti.

 

Anche le quotazioni del mais sono tendenzialmente basse per effetto dei buoni raccolti sia in Brasile sia negli Usa, l'Argentina ha invece incrementato l'export con un taglio delle tasse ai propri operatori. All'opposto il segno per il mercato mondiale di orzo e sorgo: due merceologie con prezzi in risalita.

 

Gli oli vegetali dopo mesi di rialzo hanno avuto una frenata soprattutto per effetto dei lievi ribassi per gli oli di palma e di soia, quest'ultimo largamente esportato dagli argentini per effetto dei suddetti tagli delle tasse di esportazione. Rimangono buoni i mercati per gli oli di girasole e di colza viste le difficoltà commerciali nell'area del Mar Nero.

 

In rialzo il prezzo medio mondiale della carne, molto bene le carni bovine e ovine, stabili quelle di maiale e avicole.

 

L'impatto delle tasse cinesi sull'export europeo di carni suine appare ancora limitato. In ribasso, ma sempre elevati rispetto ad un anno or sono, i prezzi dei latticini, in ridimensionamento in particolare i prezzi del burro come quelli del latte in povere, stabili i formaggi.

 

Ancora in discesa libera i prezzi dello zucchero: Brasile, India e Thailandia ingolfano i mercati mondiali.