Bel convegno l'altra sera a Castelfranco Emilia (Mo). L'amico Claudio Ferri ha voluto fare il punto sulla situazione ortofrutticola chiamando i vertici dei principali gruppi cooperativi (Pier Giorgio Lenzarini di Agrintesa e Mirco Zanotti di Apofruit) assieme a Luca Casoli (direttore del Consorzio Fitosanitario di Modena e Reggio Emilia) e al sottoscritto.
La frutticoltura in Emilia Romagna ha subìto, negli ultimi due decenni, una profondissima trasformazione.
Le superfici investite si sono estremamente contratte (ridotte praticamente alla metà) per colture come le pesche, le nettarine e il pero per le quali questa regione poteva vantare, alla fine del secolo scorso, il primato mondiale della superficie e della produzione.
Le ragioni sono tante: dalle piaghe fitosanitarie al cambiamento climatico fino alle congiunture negative di mercato.
Oggi la situazione però è diversa: prima di tutto le quantità offerte si sono notevolmente ridotte e di conseguenza il mercato, da qualche tempo, tiene. I prezzi sono remunerativi e anche quest'anno si vedono visi sereni fra i produttori. Bisogna poi aggiungere che vi è nel settore una maggior accortezza, gli impianti sono accuratamente studiati con investimenti anche cospicui, le varietà sono testate in precedenza dal punto di vista qualitativo e di mercato – eccellente il lavoro degli uffici tecnici soprattutto dei gruppi cooperativi.
Bene anche l'attività pubblica: provvidenziali per esempio i finanziamenti per gli impianti anti brina messi in campo dalla Regione Emilia Romagna. Il futuro deve continuare a vedere un quadro composto, estremamente attento a ritrovare le migliori soluzioni tecniche e agronomiche, soprattutto nella lotta contro i parassiti.
Il quadro fitopatologico si fa infatti sempre più complesso dal punti di vista biologico e vede una estrema riduzione dei principi attivi di possibile utilizzazione, accompagnato talora ad una difficoltà da parte delle aziende del settore chimico a registrare nuovi prodotti e applicazioni.
Oggi si può ben dire per chi coltiva fruttiferi: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.






























