Il decumulo totale nel mese di maggio è stato di 188.427 tonnellate, superiore alla media degli anni precedenti. Come già anticipato lo scorso mese, però, una quota significativa della merce di piccolo calibro e di seconda categoria di alcune varietà, non è stata venduta nel mercato del fresco, dove è stato impossibile collocarla, ma è stata destinata alla trasformazione.

 

Ad oggi, dunque, i volumi da qui alla fine della stagione risultano gestibili considerate la revisione dei piani di decumulo avvenuta nel mese di maggio, la buona ricettività di alcuni mercati all'export (tra cui l'India ed il Medio Oriente) e la ridotta presenza di prodotto dall'emisfero Sud.

 

Questo quanto constatato dal consueto incontro mensile del Comitato Marketing di Assomela, dello scorso 15 giugno, nel corso del quale, oltre a valutare la situazione di mercato per i mesi estivi, si è riflettuto sulla futura stagione e sugli elementi che la condizioneranno.

 

Al momento, oltre ad un generale calo di consumi, presente in Italia ma anche negli altri principali mercati europei, la principale fonte di preoccupazione è rappresentata dall'aumento dei costi - almeno tra i 10 e i 12 centesimi al chilogrammo superiori rispetto allo scorso anno - e dal mancato assorbimento di questi lungo la filiera, situazione che colpirà fortemente la remuneratività al produttore.

Se questo è vero per la campagna in corso, in cui il rialzo dei costi ha colpito solo la seconda parte della stagione, lo è ancora di più con riferimento alla prossima, che verrà condizionata nella sua totalità.

 

Le stime di produzione arriveranno, come di consueto, all'inizio di agosto, ma al momento in Italia, così come nel resto dell'Europa, non si sono registrati particolari criticità fitosanitarie ed eventi atmosferici avversi. Per l'Italia, a meno di gravi problemi legati alla mancanza di acqua nei prossimi mesi, al momento la stima è di una produzione abbondante con calibri medio grandi, considerata la buona divisione cellulare e un efficace diradamento.