Così Olga Bussinello, direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, ha commentato l'approvazione da parte dell'assemblea dei soci, lo scorso 19 giugno, il bilancio dell'ente no profit di emanazione del ministero delle Politiche agricole, che rappresenta oltre l'80% dei produttori che utilizzano la denominazione 'Valpolicella'.
In totale, è di 2,1 milioni di euro il fatturato dello scorso anno, su cui incidono in particolare le iniziative di promozione in Italia e all'estero oltre che le azioni di tutela dei marchi.
Consistente l'attività di tutela che ha registrato una lotta alla contraffazione grazie anche all'accordo di sistema con il dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf). Una partnership che ha portato a 150 diffide in tutto il mondo, frutto dell'azione di contrasto ai falsi online.
Sul fronte delle azioni legali, negli ultimi tre anni sono stati trentasei i casi perseguiti (sedici ancora in corso) di cui oltre la metà riguardanti l'Amarone e circa il 42% tra Valpolicella Ripasso e Valpolicella Doc nei principali mercati di sbocco, terzi e comunitari.
Per la promozione all'estero il brand Valpolicella è stato protagonista in nove paesi con quindici tappe gestite dal Consorzio in Germania, Usa, Inghilterra, Hong Kong, Canada, Polonia, Repubblica Ceca, Ucraina e Svizzera, mentre in Italia oltre ad Anteprima Amarone il calendario ha previsto numerosi incontri tecnici e a tema, degustazioni, convegni, incoming e partecipazione a fiere internazionali.
Infine, prosegue il progetto di certificazione RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), il protocollo di certificazione del Consorzio che punta a rendere tutta la filiera Doc Valpolicella a basso impatto ambientale. E nell'anno appena trascorso al progetto hanno aderito 150 aziende per un totale di 1.100 ettari di superficie.
Inoltre, l'assemblea dei soci ha ratificato decisioni legate alle politiche di contenimento delle produzioni della denominazione d'origine, già oggetto di delibere in Consiglio, e ora al vaglio della Regione Veneto.
Approvate la riduzione per la vendemmia 2019 della resa totale per ettaro (110 quintali, anziché 120) e la riduzione della cernita per la messa a riposo delle uve per la produzione di Amarone e Recioto al 40% (da disciplinare è al 65%), cernita che però può crescere del 5% per le aziende certificate bio o RRR.
Per Andrea Sartori, presidente del Consorzio, "si tratta di misure contenitive strategiche per garantire qualità e redditività di una filiera che, negli ultimi dieci anni, ha visto crescere di quasi il 30% la superficie dei propri impianti. Per questo motivo, a salvaguardia dell'esclusività in particolare del nostro prodotto di punta, l'Amarone, stiamo dialogando con la regione per importanti decisioni legate alla gestione in equilibrio del nostro vigneto".
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