L'idea di portare il mercato nella capitale del cinema italiano, dopo il successo della prima edizione del mercato l'anno scorso all'Eur, è stata raccontata da Luigi De Sanctis, vignaiolo di Frascati, con un paragone: "Cinecittà è per Roma quel che la vigna è per i vignaioli Fivi. Come noi tuteliamo il territorio in cui viviamo con il lavoro nei campi e nel rispetto dei suoi frutti, così Cinecittà attraverso i suoi film ha saputo portare nel mondo la vera essenza della città di Roma".
E così la settimana scorsa sono arrivati nello studio 10 di Cinecittà duecento vignaioli provenienti da tutte le regioni per far conoscere, e ovviamente vendere, i propri vini, in quella che è stata definita dagli organizzatori una sorta di grande enoteca d'Italia.
Ma in un contesto come quello di Cinecittà il riferimento al cinema non poteva limitarsi a un paragone, e così durante i due giorni del mercato è stato proiettato su un maxi schermo il film documentario Rupi del vino, in omaggio a Ermanno Olmi, morto nei giorni scorsi.
Un film del 2009 che racconta il lavoro duro ed appassionato dei viticoltori di montagna, in Valtellina, un film che oltre ad essere un omaggio al suo regista è un omaggio ai protagonisti della viticoltura eroica. Un modo di fare vino che sta particolarmente a cuore alla Fivi.
Come ha dichiarato il vicepresidente dei vignaioli indipendenti Gaetano Morella il recupero dei piccoli vigneti in aree difficili è uno degli aspetti centrali dell'istanza della tutela del vigneto che sta portando avanti la federazione.
Vigneti piccoli, sotto i mille metri quadri di superfici, che non sono stati compresi nel censimento del Mipaaf perché considerati per uso familiare, ma che possiedono un valore enorme fatto di pratiche colturali antiche e patrimoni genetici unici.
Una realtà che la Fivi chiede di mappare, per poterne estendere la tutela e garantirne la sopravvivenza.